Cosa significa essere asessuale?
In tanti casi essere asessuale significa sentirsi diversi, spesso soli, isolati, messi da parte. Significa dover fingere, ogni tanto persino a se stessi, di essere una persona diversa da quella che sei realmente; avere la consapevolezza di essere differente da tutti e per questo rischiare di divenire bersaglio di critiche ed insulti assolutamente gratuiti e senza alcun fondamento.
Significa amare ma doversi fermare all’ultimo, per non dover ammettere davanti alla persona che ami di non poterle dare tutto ciò di cui ha bisogno.
Ecco, essere asessuale significa più o meno questo.
L’asessualità è ancora un tabù; ma da una società che non accetta l’amore in quanto amore, certamente non possiamo aspettarci che tolleri persone che non provano attrazione sessuale. Per comprendere a pieno cosa significhi essere asessuale però dobbiamo fare un piccolo passo indietro, ovvero dobbiamo chiederci: cosa è l’asessualità?
Innanzitutto l’asessualità è un orientamento sessuale, esattamente come tutti gli altri. Sembra cacofonico, paradossale, ma non lo è: gli orientamenti sessuali rappresentano quella che è l’attrazione sessuale di un individuo, di una persona. E l’asessualità è quell’orientamento caratterizzato dall’attrazione sessuale verso nessun genere.
Attenzione questo non significa che gli asessuali non provano sentimenti! Anzi molto spesso quei sentimenti sono esaltati, sono resi protagonisti indiscussi della relazione.
Lo spettro asessuale è caratterizzato da tante sfumature chiamate “zone grigie” diverse: ci sono gli etero-romantici, gli omo-romantici, i bi-romantici, i demisessuali e i graysessuali. Sappiamo che ci sono almeno altri tre tipi di attrazioni diverse: l’attrazione romantica, l’attrazione estetica e l’attrazione sensuale. Attrazioni che messe insieme configurano l’amore come sentimento.