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Gli attivisti di Ultima Generazione imbrattano opere d’arte e monumenti importanti, bloccano il traffico, gettano vernice nelle fontane per protestare contro i cambiamenti climatici. Ma cosa vogliono ottenere veramente?
Tra i numerosi attivisti che si battono per il futuro hanno avuto particolare risalto quelli di “Ultima Generazione”: gruppo nato nel 2021 che si propone di “salvare l’umanità”, operando attraverso la disobbedienza civile non violenta. Il loro intento è quello di richiamare l’attenzione politica con azioni eclatanti e simboliche come bloccare il traffico in autostrada, versare della vernice in importanti fontane oppure imbrattare edifici e opere famose. Chiedono al governo di installare almeno 20 gigawatt di energia eolica e solare, interrompere subito la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni nell’Adriatico.

Non c’è alcun dubbio che le motivazioni che portano questi attivisti a protestare siano corrette e condivisibili anche se si può essere più o meno d’accordo sui metodi da loro utilizzati. Infatti molti ritengono inappropriato privare della propria libertà i cittadini che vengono bloccati in strada. Anche perché ci sono altri metodi non violenti per protestare e salvaguardare il pianeta senza però danneggiare il prossimo.
Ci sono organizzazioni come Plastic Free e molte altre che protestando in modo silenzioso riescono ad aiutare il pianeta in un modo forse più concreto.
L’atteggiamento e i comportamenti delle persone hanno un forte impatto sulla sostenibilità ambientale e, negli ultimi anni, si è riscontrato che i cambiamenti climatici creano una forte preoccupazione in una notevole parte di popolazione. Molti hanno iniziato ad avere comportamenti più ecologici ed attenti all’ambiente. Si cerca di sprecare meno acqua ed energia, si predilige il trasporto pubblico, si acquistano più prodotti a KM0 e sono nate numerose piattaforme per la vendita e l’acquisto di oggetti e vestiti usati (una fra tutto Vinted). I cambiamenti climatici ci sono sempre stati nella storia del Pianeta. Ma, negli ultimi 150 anni, il riscaldamento globale è anomalo perché causato dall’uomo e dalle sue attività. A provocare più danni sono soprattutto i consumi eccessivi di carbone, petrolio e gas. Purtroppo contribuiscono in modo importante anche l’abbattimento delle foreste, l’aumento degli allevamenti intensivi e l’uso smisurato di fertilizzanti.
Queste attività rilasciano in atmosfera milioni di tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra che aumentano la quantità di CO2 presente in essa. Questo provoca quello che viene chiamato effetto serra antropico. Le conseguenze sono preoccupanti: aumento della temperatura media del Pianeta, diminuzione del ghiaccio marino con il conseguente aumento del livello del mare, aumento di eventi meteorologici estremi e danni incalcolabili alle biodiversità in tutto il mondo.

Ma noi cosa possiamo fare per migliorare il clima oltre a puntare su un’educazione ambientale di massa?
Ad esempio possiamo ridurre i nostri rifiuti, eliminando il più possibile gli imballaggi, possiamo limitare le emissioni di carbonio riparando, riusando e riciclando dispositivi elettronici e abiti, possiamo fare una spesa intelligente informandoci sulla sostenibilità delle aziende da cui acquistiamo. Si può anche prendere parte ad attività di pulizia delle spiagge, di raccolta di rifiuti o piantumazione di alberi. Con un po’ di impegno da parte di tutti possiamo farcela a fare in modo che il Pianeta rimanga un posto bello in cui vivere.


Anna Rossi, 3A IC Villanova Mondovì

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