Ci ricordiamo ancora del ddl Zan? Fino a qualche mese fa se ne parlava costantemente su tutti i telegiornali, mentre adesso sembra essere finito nel dimenticatoio per la maggioranza delle persone. Tuttavia, e per fortuna, c’è chi ancora lotta per raggiungere questo traguardo. Manteniamo la fiamma accesa, per un futuro meno ottuso.

Il ddl Zan si propone di tutelare dalle discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Allora perché molte persone sono contro l’approvazione di questa legge? Perché viene erroneamente percepita come una limitazione del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero. Tuttavia, la verità è che questa legge, se venisse approvata, limiterebbe i casi di violenza e discriminazione nei confronti di milioni di persone, oltre a dare la possibilità di vivere la propria identità e sessualità più liberamente (a proposito, ti consiglio caldamente di dare un’occhiata all’illustrazione a tema ddl Zan del mio collega Boia Fauss, cliccando QUI).

L’articolo 1 della proposta di legge, tra le altre definizioni, recita: “Per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi“. In questo passaggio, tuttavia, c’è una grave mancanza: non c’è alcun riferimento all’orientamento sessuale e all’orientamento romantico che non prevedono attrazione verso alcun genere, l’asessualità e l’aromanticismo. Una proposta di legge nata per includere e proteggere da qualunque tipo di discriminazione ha finito per escludere e discriminare una fetta della società.

La comunità aroace (aromantica e asessuale) è invisibilizzata ed esclusa. I politici che hanno redatto e discusso la legge Zan e la stessa comunità LGBTQ+ non hanno accolto e hanno ignorato le richieste di supporto. Nelle campagne promozionali del ddl Zan non si è mai dato spazio a questa parte della comunità. È importante riconoscere la presenza di persone asessuali e aromantiche e tutelare i loro orientamenti non come se fossero di serie B.

L’afobia è presente tanto quanto l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia

Nella società in cui viviamo c’è una morbosa ossessione riguardo alla vita sessuale e relazionale delle persone. Le prime cose che si sente chiedere una persona asessuale riguardano il sesso, la libido, la masturbazione e via discorrendo; una persona aromantica si sente chiedere se abbia mai avuto relazioni e se si sia mai innamorata. È proprio sulla base di questi dettagli personali, spesso non pertinenti all’orientamento sessuale e romantico, che si giudicano negativamentele persone asessuali e aromantiche.

Hanno una vita sessuale e provano piacere? Non sono realmente asessuali. Non fanno sesso all’interno di una relazione? Sono persone egoiste e/o traumatizzate. Non vogliono delle relazioni? Non provano sentimenti, sono dei pezzi di ghiaccio. Le vogliono? Non sono veramente aromantiche, vogliono solo avere un’etichetta addosso.

Se vuoi più informazioni sulla comunità asessuale e aromantica, ti lascio di seguito il sito web del collettivo asessuale Carrodibuoi, associazione per la visibilità e l’informazione sulle realtà asessuali in Italia e nel mondo: https://www.carrodibuoi.it

L’afobia è una realtà e si trova specialmente nelle relazioni. I partner si interessano alla vita sessuale e relazionale dell’altra persona, poiché in parte li riguarda. Il Collettivo Carrodibuoi ha condotto un sondaggio nel 2020 e, dopo aver intervistato 675 persone, le statistiche hanno mostrato che “Il 27% degli intervistati tra i 30 ed i 45 anni ha avuto pressioni dal partner per fare sesso“. Il 4% degli intervistati riceve minacce di stupro, mentre nel 18% dei casi il sesso è proposto come cura. Tutti questi comportamenti, oltre a costituire violenza psicologica e manipolazione mentale, sono tremendamente afobici.

Le speranze per il futuro vedono l’inclusione di questo fantasma della comunità LGBTQIA+ nel progetto di legge Zan e, con la sua ipotetica approvazione, la diminuzione di violenze e discriminazioni nei confronti di chi si discosta dal modello eteronormativo e allosessuale. La tutela serve in fretta e serve per tutti, con nessuna eccezione.

La pagina Instagram @stop.afobia_ita ha creato una petizione per chiedere l’inclusione di asessualità, aromanticismo e afobia nel ddl Zan e nella sua promozione. Se vuoi contribuire a rendere più inclusiva questa proposta di legge, CLICCA QUI per firmare la petizione.

Alessia Castiglione
Siciliana talassofobica. Studio cinema al DAMS di Torino. Aspirante non so ancora cosa, ma mi piace la fotografia. Credo nella perfezione delle inquadrature simmetriche e nella superiorità dei numeri dispari.

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