Mentre mezzo mondo ha potuto godersi appieno il: Barbenheimer, per lo scollamento temporale della distribuzione italiana il pubblico nostrano si è dovuto ‘accontentare’ della prima parte del neologismo. Barbie, diretto da Greta Gerwig, e scritto assieme al compagno Noah Baumbach, porta sul grande schermo La Bambola per eccellenza in modo accattivante e oltre le aspettative.

Il film porta in scena temi sempre caldi come la battaglia dei sessi e il superamento del patriarcato, con sostanziale leggerezza. A condurre le danze abbiamo gli irresistibili Margot Robbie, come Barbie Stereotipo, e Ryan Gosling nel ruolo di Ken.

Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.
Fotogramma di: Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.

Cicchetto di trama

A Barbieland (un mondo parallelo a quello reale) le Barbie sono donne di successo e in carriera. Tutti i ruoli più importanti e significativi sono ad appannaggio femminile e agli uomini, i Ken non resta altro che essere delle mere appendici.

In questa terra patinata e rosa shocking Barbie Stereotipo ha da un po’ di tempo pensieri di morte e le accadono cose inspiegabili. Per risolvere questi problemi, consigliata da Barbie Stramba, Barbie parte alla volta di Los Angeles nel mondo reale con l’inaspettata compagnia del suo Ken.

Il mio: Barbie

Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.
Fotogramma di: Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.

Greta Gerwig porta Barbie nel mondo reale, in una storia minimale, in cui accade poco ma quel poco che accade viene narrato in maniera efficace, opulenta.

Barbie nelle due ore di film, punta molto sull’esagerazione, sull’apparenza per nascondere una storia piccola in cui Gerwig e Baumbach incastonano alcuni concetti importanti che mettono alla gogna certi modi di pensare e di apparire.

La regia e la sceneggiatura di Gerwig e Baumbach e la fotografia di Rodrigo Prieto ben si spalleggiano per condurre il pubblico nelle due ore di storia senza che si avverta l’effettivo scorrere del tempo. Solo la sceneggiatura, in alcuni momenti, sembra un po’ pigra lasciando forse troppi compiti al pubblico nel colmare alcuni buchi di trama.

La colonna sonora è un tripudio di canzoni degli artisti più disparati fra cui spicca: Dance the night di Dua Lipa. A coordinare il tutto sono Mark Ronson e Andrew Wyatt per la parte strettamente musicale.

Barbie e Ken

Barbie è infarcito da numerosi attori più o meno conosciuti, che hanno il principale compito di fare da spalla a Margot Robbie e Ryan Gosling .

Margot Robbie è una Barbie meravigliosa. Sempre sopra le righe, esagerata in ogni sfaccettatura della personalità da Barbie Stereotipo; anche quando deve fare i conti con il mondo reale e questi suoi lati vengono leggermente smussati, la nostra protagonista non perde sostanzialmente le sue caratteristiche (come appare evidente alla fine del film).

Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.
Fotogramma di: Barbie © 2023 Greta Gerwig/Heyday Films/LuckyChap Entertainment/Mattel Films/Warner Bros.

Prova d’attore encomiabile di Ryan Gosling che dona al pubblico un Ken molto “umano”: fin dall’inizio della storia vediamo che i Ken sono solo delle appendici piuttosto inutili per le Barbie e anche il Ken di Gosling sembra proprio essere come tutti gli altri sennonché ci sono piccoli indizi su quanto questo Ken voglia di più rispetto a quello che ha. È un personaggio veramente interessante che matura, anche prendendo sonore e divertenti cantonate, lungo tutto il corso del film. L’indiscussa protagonista è Barbie, il titolo è già una dichiarazione d’intenti, ma riuscire a rendere protagonista Ken, dandogli uno spazio tutto suo, indipendente da Barbie è una delle punte di diamante del film.

Barbie contro tutto abbracciando il kitsch

Barbie è un film contro. Contro le aspettative che non fanno emergere il sé, contro una concezione di potere che incasella e nega un qualsiasi desiderio di parità, contro frasi fatte e parole buttate a caso perché sei un’adolescente infuriata (pur avendo buone ragioni per esserlo).
Greta Gerwig lancia un invito ad abbracciare un discorso verso una parità di genere. Accogliere le sostanziali differenze senza prevaricazione; un percorso che intraprendono molti dei personaggi di questo film,

Il film di Greta Gerwig è un inno all’essere abbastanza, all’accettare il cambiamento e a contribuire a esso. La storia segue un’esagerazione esponenziale via, via che il racconto prosegue, arrivando a toccare punti in cui la sospensione dell’incredulità salva il pubblico a fatica.
Ogni cosa in questo film è avvolta in un guscio fatto di orpelli, chincaglieria vistosa che però cela piccole perle che si mostrano brillanti fin dall’inizio della nostra storia.

I piccoli frammenti di quiete di Barbie

Tutto in Barbie è kitsch, un po’ patinato, quasi finto ed è giusto così. Non c’è niente in questo film di effettivamente verosimile: dal modo di porsi dei personaggi sia a Barbieland sia a Los Angeles fino ad arrivare a Barbieland con quei colori fra i pastello e il fluo e quel tripudio di rosa. Si stacca da tutto questo il discorso di fondo che riesce a fare breccia in questo muro e altri sparuti momenti in cui questo frastuono si interrompe tanto bruscamente quanto meravigliosamente.

C’è un particolare momento del film che non può passare inosservato. A Los Angeles la narrazione si ferma per un attimo e la nostra protagonista, grazie a un breve incontro cambierà totalmente prospettiva. È il punto di non ritorno per lei e una svolta, quasi impercettibile, per tutto il racconto, che si manterrà globalmente e volutamente esagerato fino alla sua conclusione.

Chiacchiere da bar

Barbie è un film che supera abbondantemente le aspettative: è fresco, un po’ schizoide e fa dell’esagerazione kitsch quasi una bandiera. Greta Gerwig porta in sala un film sulla forza delle donne, su quella sorellanza a lei tanto cara, riscontrabile nelle altre sue pellicole e mettendo alla berlina il patriarcato attraverso un gioco di specchi forse un po’ forzato ma senza dubbio riuscito.

Barbie sta sfasciando record di incassi; spero vogliate contribuire anche voi a nuovi record in caso non l’abbiate ancora fatto andando a vedervelo in una bella sala cinematografica.

Il Barista Animato
Ciao! Sono il Barista Animato, un vecchio DAMSiano dismesso da anni e: "Cerco modestamente di farmi strada nell'universo". Sono qui per servirvi, con la giusta cortesia, il meglio e anche il peggio del mondo animato (Film e serie) con qualche incursione nel "live action".

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1 Comment

  1. […] poiché ci si affeziona a lei al punto di desiderarne la libertà. È un film femminista e se Barbie era stato definito didascalico potremmo fare altrettanto adesso. In questo caso, però, è la […]

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