Ha fondato la “Missione di Speranza e Carità” di Palermo per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della gente della sua città natale; una vita intera dedicata ad aiutare coloro che gli stavano davanti. Giorno 17 gennaio sono stati celebrati i funerali del missionario nella cattedrale di Palermo, evento seguito da milioni di persone.
Ma chi era Biagio Conte? Cosa lo portò a vivere da eremita e a donare le proprie forze a coloro che vivono in povertà?
GIOVINEZZA E LA CHIAMATA ALLA MISSIONE
Nasce in una famiglia di imprenditori edili.
Già da bambino riceve un’educazione religiosa, venendo mandato prima in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni per poi essere inserito nel collegio di San Martino delle Scale, dove rimase quattro anni. A sedici anni decide di lasciare la scuola per lavorare nella ditta di famiglia.
In quegli anni viene colpito da una grave e profonda crisi spirituale e decise di allontanarsi dalla sua città natale, andando a vivere a Firenze. Era il 1983.
Nel maggio del 1990 sceglie di vivere come eremita e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio lo rende noto, in quanto la famiglia fa appello alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?“, a cui Biagio risponde in diretta informando del suo cammino verso Assisi. Raggiunge la città un anno dopo, il 7 giugno del 1991, per poi tornare a Palermo. All’inizio manifesta la voglia di andare a fare il missionario in Africa, salvo poi decidere di rimanere vedendo lo stato di miseria in cui versava la sua città.
“MISSIONE DI SPERANZA E CARITÀ” E VITA DA MISSIONARIO
Inizia ad aiutare i senzatetto e i poveri della città, per poi creare, nel 1993, la “missione di Speranza e Carità”. Nel 2003 aprì una Missione femminile nell’ex convento di Santa Caterina, abbandonato da anni. Pur rimanendo laico, mantiene un rapporto strettissimo con l’Arcidiocesi di Palermo, che fin dall’inizio ha sostenuto le sue opere di carità. Il 16 gennaio 2014 viene reso noto che Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di alcune vertebre schiacciate, già dalla precedente estate aveva ripreso a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes.
Nel 2015 partecipa alla parata del Palermo pride, manifestazione lontana dai valori cattolici universalmente noti, continuando a condividere un messaggio di pace e fratellanza.
Dopo la morte di alcuni senzatetto, nel 2018, in segno di protesta contro la povertà, decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione Sicilia finanzia l’ampliamento della missione di via Decollati. Nello stesso anno riceve la visita di Papa Francesco, che cena insieme a lui e a tutti i senzatetto aiutati da “missione di Speranza e Carità”. Inizia anche l’evangelizzazione della parola di Cristo che si affiancava all’aiuto materiale, resosi nel tempo più efficace, anche grazie a varie realtà caritative cattoliche.
Il 12 gennaio 2023, a causa di una gravissima forma di tumore al colon contro cui lottava da tempo, muore a Palermo all’età di 59 anni. Il giorno precedente, pur fortemente debilitato, aveva chiesto insistentemente di partecipare alla Messa in chiesa, dove era trasportato su una lettiga per ricevere l’eucaristia.
«Generoso missionario di carità e amico dei poveri», così lo ha descritto Papa Francesco, ed è così che ha vissuto. Non abbiamo perso un uomo, non abbiamo perso un missionario, abbiamo perso una persona che voleva far capire al mondo che siamo tutti uguale. Abbiamo perso un fratello, che oggi ci guarda dal paradiso.