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Il primo cittadino è stato intervistato dai reporter del laboratorio “Scoop” realizzato all’istituto Oderda Perotti per la Settimana Arcobaleno

Tempo di bilanci per il sindaco di Carrù Nicola Schellino. Avvocato, 38 anni, lo scorso febbraio ha concesso una speciale intervista agli studenti dell’istituto comprensivo “Oderda Perotti” di Carrù in occasione della “Settimana Arcobaleno” e nello specifico per il laboratorio Scoop, progetto giornalistico, realizza con l’associazione “Dardanello”, che ha permesso agli alunni di diventare veri e propri reporter.

Riportiamo di seguito l’intervista integrale in merito alle ragioni che lo hanno spinto a scegliere la vita amministrativa.

Perché ha deciso di candidarsi?

«Ho deciso di candidarmi perché credo nelle istituzioni.
Penso che in questo periodo storico servano delle figure di riferimento e giunto a una certa età (nello specifico a 35 anni, dopo dieci anni da assessore), non lo dico con presunzione, speravo di essere un punto di riferimento. Se vogliamo dare anche un contorno più romantico, un domani vorrei poter dire ai miei figli: “Io qualcosa per gli altri l’ho fatto” ».

Aveva già avuto esperienze in ruolo istituzionale?

«Sì, sono stato assessore per dieci anni, dal 2010 quando avevo 24 anni, fino al 2020. Nei primi cinque anni ho avuto la delega sport, politiche giovanili e istruzione; nel secondo mandato le stesse deleghe, più il bilancio».

Qual è stato il momento più bello e quale quello più difficoltoso nella sua carriera?
«Di momenti belli ce ne sono tanti ma sicuramente il più emozionante è stato quello dell’elezione: è stata una sensazione mai provata prima e, come tutte le sensazioni nuove, sono quelle che arrivano più diretta al cuore.
Un altro momento forte è stato il giuramento: davanti al Consiglio Comunale, a distanza di circa 30 giorni dalla proclamazione, ho indossato la fascia da sindaco per la prima volta e ho giurato sulla Costituzione. Per chi crede nelle istituzioni, e tutti dobbiamo crederci, questo è un momento davvero forte.
Quello più difficoltoso è stato qualche mese fa, in relazione al progetto della nuova Scuola dell’Infanzia. Potete immaginare il perché: si tratta di un progetto importante anche dal punto di vista economico. Abbiamo fatto un’opera di mediazione importante, insieme alla Giunta, e questa esperienza che mi è servita per insistere su una cosa in cui credo molto, nella diplomazia, nella mediazione».

Quali sono i progetti che saranno realizzati a breve?

«A brevissimo partirà il cantiere della Scuola dell’Infanzia e durerà sino a dicembre 2025, data in cui il progetto dovrà essere concluso. Dovrebbero arrivare banchi e sedie nuovi, per la scuola. Dopodiché ci sono circa 180.000 euro per la sistemazione degli asfalti. Di progetti ce ne sono tantissimi: sul turismo, sull’accoglienza in paese, sulla quale contiamo molto».

Un bilancio della fiera del Bue Grasso 2023?

«In termini di numeri il bilancio è stato ottimo. Non so quante persone ci fossero perchè non riusciamo a contarle, non svolgendosi la fiera in un padiglione chiuso, nel quale sarebbe più semplice vedere chi entra e chi esce; avendo cinque ingressi al paese, è materialmente impossibile un conteggio esatto.
Come ho detto qualche mese fa, si è tornati a respirare l’atmosfera di festa e di spensieratezza che si respirava dieci o quindici anni fa. Questo perchè, secondo me, si è insistito molto sul recupero della tradizione, che vuole la colazione al mattino alle 6 e vuole un pubblico di persone che vengono quel giorno a Carrù per divertirsi e per staccare la spina durante la settimana. Non nego che il buon tempo, un tempo molto clemente, ha aiutato: un giorno freddo e piovoso non attira le persone.
Diciamo che riuscire a spostare a Carrù così tante persone è ottimo».

Visto il suo interessamento per la scuola, come se la immagina nel futuro?

«Bella domanda. Dal punto di vista estetico deve essere un luogo in cui ogni studente si senta a casa. Esteticamente il bello attira il bello… questa è una regola generale: il bello attira lo star bene. In questo credo molto. È per questo che ci siamo ripromessi, piano piano, ogni anno, di destinare una somma per rendere più accogliente la scuola. Lo sapete: le scuole di tutta la provincia sono vecchie e negli ultimi trent’anni non è mai stato fatto un discorso di programmazione manutentiva; non per colpa di qualcuno ma perché, e questo secondo me è il grande problema, si pensa che la scuola sia un mondo a parte rispetto alle istituzioni, che la scuola vada avanti perché è sempre andata avanti. Questo secondo me questo è l’errore di fondo. La scuola ci sarà sempre. Faccio però un paragone con la Pro loco, che in questo momento è dimissionaria: ora che manca la pro loco, uno sente che cosa vuol dire in un paese come il nostro non averla. Quindi ci si sbaglia quando si dà per scontato la presenza di un’associazione o di un ente e si sbaglia ancor di più quando si dà per scontata la scuola. È per questo che la scuola deve essere messa nelle condizioni di dare qualcosa alla comunità».


Benedetta Gallo, 2B IC Carrù

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