Da sempre gli sport sono stati innovatori, portando elementi nella nostra quotidianità che poi sono divenuti imprescindibili. Questo è successo anche in politica, più precisamente al Senato Italiano.
Bisogna essere onesti: non era la prima volta, ci fu un precedente già negli scorsi anni e forse proprio quello ha fatto da storico nella decisione di rivedere la dinamica degli ultimi voti. Certo, in quel caso però il voto era decisamente meno importante rispetto a quello dello scorso martedì.
I ritardatari erano due: Nencini e Ciampolillo. Il primo è un eterno indeciso, dalla sua persona oggettivamente non ci si poteva aspettare un comportamento differente. Sul secondo, invece, è necessario focalizzare l’attenzione un attimo più a lungo.
Lo potremmo definire un incrocio tra un ritardatario cronico ed il Messia degli ulivi. Colui che come il Signore con i lebbrosi si fece difensore degli ulivi affetti da Xylella, convinto di poterli curare con un po’ di sapone e forse con il Segno della Croce. Ottima speranza, che purtroppo ha però condannato mezzi agricoltori della Puglia a vedere i propri raccolti decimati.
I numeri erano stretti e il voto di Ciampolillo (fuoriuscito dal Movimento Cinque Stelle) è stato fondamentale per ottenere la maggioranza relativa. E data l’importanza del peso di quel voto, la cosa più intelligente che sia passata per la mente di Ciampolillo è stata quella di esprimere il proprio voto al fotofinish. Per dare rilevanza a quella che è stata la sua espressione e per sottolineare quanto ancora possa essere importante nelle logiche grilline e di governo.
L’Italia ha atteso dei lunghissimi minuti per conoscere come sarebbe finita al Senato. E, nello specifico, l’Italia ha atteso l’espressione dell’uomo Ciampolillo, quello che, senza seggio al Senato, tornerebbe senza futuro al suo domicilio (eletto, guarda caso, proprio presso un albero affetto da xylella).