Su Nosignal Magazine il settimo e ultimo episodio della rubrica curata da Julia Magrone Julia vs Juuliam__: Il mondo attraverso i miei occhi
Siamo giunti al termine di questo viaggio. Sono passati mesi dal primo episodio della rubrica, eppure mi sembra di averla iniziata ieri. La Julia timida, incerta se prendere o meno la penna in mano, pian piano sta lasciando spazio alla Julia che ha il coraggio di scrivere ciò che vive e pensa.
Il mese di dicembre e la seconda metà di novembre sono stati per me in parte sconvolgenti, in parte le settimane più inaspettate di quest’anno. In due soli mesi mi sono resa conto di avere una vita molto meno ‘stabile e prevedibile’ di quel che pensavo, tutto dentro di me è cambiato in così poco tempo, abitudini e persone che credevo parte integrante della mia vita si sono rivelate in realtà non così indispensabili per me.
Ho fatto i conti con i dolori derivati dalla malattia, ho avuto il coraggio di guardare al mio fianco e vedere che in realtà non c’era nessuno. Spesso cerchiamo figure di riferimento nella nostra vita per paura di rimanere soli anche quando queste figure in realtà non sono davvero lì per noi, pronte a salvarci quando cadiamo. Durante questi mesi ho avuto il coraggio di riconoscere che ciò che dentro di me avrei voluto, in realtà non sarebbe mai accaduto, perché si trattava semplicemente di un desiderio del mio subconscio, non della realtà. Ho ripulito la mia vita da tanti pensieri e sentimenti negativi che mi appartenevano ed ho incontrato sentimenti e persone positive. Ho riscoperto il valore di un’amicizia e rivalutato il valore di un amore, ho sopportato il peso della solitudine e la gioia della gratitudine, insomma ho rivoluzionato la mia vita.
Tutto ciò mi ha fatta crescere tanto, mi ha concesso di guardarmi allo specchio e darmi un valore, di vedere davanti a me una donna e non una ‘mezza’ donna. Ora mi guardo, e provo stima, nonostante la sofferenza. Ho maturato una consapevolezza che probabilmente tenevo nascosta dentro di me e non riuscivo a vedere: io sono la persona più importante del mio viaggio chiamato vita. Posso decidere di leggere ogni situazione che mi accade dandole il senso che preferisco, posso scegliere di gestire le delusioni e le apparenti sconfitte come punto di ripartenza per evitare di commettere gli stessi errori in futuro.
Ho deciso di iniziare questa rubrica proprio per trovare una consapevolezza nuova dentro di me, frapponendo Julia a Juuliam__ cosicché le persone potessero conoscere una parte della mia persona e dei miei sentimenti: e infatti, durante questo percorso, sono emerse alcune mie forze e debolezze.
Benché io sia grata ogni giorno alla vita per ciò che mi sta consentendo di vivere, devo ammettere che questo ultimo mese è stato molto pesante per me. Nella rubrica non mi sono voluta focalizzare sulla mia malattia, la vestibolodinia, perché non voglio essere associata a questo. Non voglio essere associata alla mia malattia. Ciò nonostante, nell’ultimo periodo il tema della malattia è ricorso più volte nella mia vita, portandomi a farmi sempre più domande rispetto alla mia gestione della vestibolodinia. Mi chiedo spesso: se non avessi avuto questa malattia cosa sarebbe stato diverso nella mia vita? Sarei stata in grado di vivere una gioventù totalmente spensierata e da ragazza della mia età? Che tipo di rapporto avrei avuto con le altre persone in ambito sentimentale? Forse mi sarei lasciata andare più facilmente, forse sarei stata meno complicata, forse avrei avuto una visione diversa di tutto ciò che riguarda la sfera sessuale.
Quanto sarebbe stato più semplice avere una relazione? È colpa di come ho gestito la malattia se tante cose nella mia vita sono cambiate? Non sto diventando troppo pesante nel parlarne? Ho una paura terribile di esserlo. Tante volte penso che non interessi a nessuno, che dovrei risolverei i miei problemi tra me e me. Sono domande passeggere, pensieri altalenanti che si alternano a pensieri positivi, perché so che in fondo parlarne aiuta tante altre ragazze. È dura, e a volte mi lascio andare in pianti liberatori per svuotare la testa e trovare un nuovo equilibrio.
Ho sempre pensato che ogni cosa accada per un motivo. A oggi sono felice di come sto gestendo la vestibolodinia in rapporto alle donne che mi seguono sui social: sento di essere un punto di riferimento per molte, e la cosa mi rende fiera, mi fa sentire utile, mi fa trovare uno scopo in mezzo a tanta finzione a cui sono sottoposta quotidianamente. Ho in serbo tanti progetti per loro e inevitabilmente mi sento addosso una grande responsabilità, ma anche un grande senso di appartenenza a un gruppo a cui quotidianamente cerco di fare del bene.
Nonostante le sfide quotidiane e relazionali a cui questa malattia mi ha sottoposto, sono contenta di come sto imparando a gestirla, anche se so che servirà tempo. Questa è la riflessione più vera che possa fare per questo fine anno. Credo che la frase «Sembri una tutta equilibrata, ma in realtà sei emotivamente disturbata» di cui vi ho raccontato qualche tempo fa non mi rappresenti più così tanto.
Sto rimettendo ordine, l’essere ‘disturbati’ fa parte del processo di crescita e di risoluzione delle proprie ferite. Non vedo più questo aggettivo in modo negativo, ma sono fiera di esserlo. ♦︎
Ti è piaciuto l’episodio 7 della rubrica di Julia Magrone? Rileggi sul nostro sito gli episodi di Julia vs Juuliam__: Il mondo attraverso i miei occhi