Come da Lockdown Nazionale diviene GeneraZionale

Il primo caso è quello di Castellammare di Stabia (NA), ma il timore è che si sparga a macchia d’olio. Diciamo di aver trovato il “Paziente 0” della ghettizzazione generazionale nei confronti della Gen Z, e il fattore scatenante di tutto questo è sempre il “buon” Covid-19.

Cassarmonica di Castellammare di Stabia

Ebbene, il comune con una ordinanza ha deciso che i ragazzi (dai 14 ai 24 anni) devono stare a casa con un coprifuoco specifico dalle ore 18:00, mentre tutte le altre generazioni hanno il coprifuoco generico alle ore 20:00. Ma la vera domanda è: perché tutto questo? perché solo i ragazzi dai 14 ai 24 anni, cosa possono fare, cosa posso andare mai a combinare?

E’ proprio vero che la società è colma di pregiudizi e continua a cibarsene voracemente, dal Boomer che non sa usare il pc al ragazzo untore e menefreghista. Il ragazzo per definizione o anche con maggiore disprezzo Ragazzino è colui che se ne infischia altamente delle regole imposte e anzi è il primo a studiare un metodo per eludere il sistema, per forarlo e rendere quel sistema obsoleto (altro che Apple e obsolescenza programmata, qua si opera ad altissimi livelli.). I ragazzi, i pischelli e mettiamoci anche delinquentelli, sono il “male” e la base di questa società, perché non è ancora chiaro questo passaggio? Perché non è ancora chiaro che i ragazzini, coloro che non hanno alcun rispetto del prossimo, sono la base di questa falsa e retrograda comunità?

Noi non staremo “Zitti e Buoni” (come l’omonima canzone vincitrice di Sanremo 2021), non ci siamo fumati il nichilismo di cui i millennials vanno ghiotti, non ci siamo Ubriacati di opportunismo come i nostri genitori come i nostri amici più anziani. Non ci vogliamo unire al coro di lamenti che ormai è diventato la litania più comune, ancora più comune di un padre nostro. Non ci vogliamo far piegare da quelle generazioni che dettano le regole con criteri poco chiari e con ideologie retrograde e con un pensiero talmente fermo nel tempo da risultare medievale se non preistorico. Noi nella nostra ignoranza della vita vogliamo fare la differenza,

Noi siamo mezzo di contagio, mezzo di diffusione e ancora più pericolosamente siamo ragazzi. Non ci dobbiamo permettere di uscire di casa. Siamo in pericolo e siamo pericolosi. Dilemma del male minore? Legge di Murphy? Siamo la tremenda spada di Damocle? Non crediamo proprio e anzi, non vediamo perché noi siamo i soli. Perché siamo quelli costretti all’esilio mentre gli altri possono scorrazzare liberi e senza guinzaglio. E se rimanessero i più anziani a casa? visto che loro la vità l’hanno vissuta? Visto che loro sono quelli maggiormente a rischio. Perché dobbiamo stare noi a casa visto che quelli da preservare possono andare in giro ad infettarsi? Perché dobbiamo essere sacrificati per una salvezza effimera, falsa ed inesistente?

Per quei poliziotti non potevo nemmeno stare nella via.

E’ incredibile perché comunque c’è un sacco di gente per strada. Anche le istituzioni si fermano per strada per prendere un caffè fuori da un bar, e la nuova ordinanza locale lo vieta.

Noi ragazzi individualisti ci siamo fermati a riflettere, perché noi no e loro si? Perché loro possono e noi no? Possiamo fare la differenza, possiamo urlare al mondo che non vogliamo essere loro. Non vogliamo essere quelle istituzioni che predicano bene e razzolano male, che fanno le leggi per noi che le leggi le facciamo rispettare. Preferiamo venire discriminati piuttosto che essere equiparati a questa gente.

Ma ovviamente la colpa è nostra. La nostra colpa sta nell’essere noi quella ruota di troppo. Noi dobbiamo essere messi nella condizione di non poter trasgredire, ma quegli altri possono trasgredire, sputare e calpestare la stessa legge che scrivono.

Illustrazione di Noemi Orsi

Parla, la gente purtroppo parla

Non sa di che cazzo parla

Tu portami dove sto a galla

Che qui mi manca l’aria

-Maneskin
Marwan Chaibi
Prima autore, poi Direttore ed ora Presidente. Classe 2002. Sono Diplomato in Chimica e Biotecnologie e studente universitario. Scrivo per alcune riviste online, parlo, racconto, leggo. Collaboro con tantissime associazioni e enti, ma di questa in particolare sono il Presidente, e non posso far altro che essere orgoglioso nel rappresentarla e fortunato nel viverla tutti i giorni. Mi piace fare bene, del bene, per il bene degli altri!

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