In un’epoca videoludica in cui i mondi aperti rimangono una delle soluzioni più gettonate per quanto riguarda la maggioranza dei level design odierni, esistono piccole perle che rifiutano i mondi virtuali basati sulla dispersione di contenuto per concentrarsi su un gameplay più limitato, ma profondo. La volontà di opporsi alla dispersione. Questa la missione di Humanity.

Un mondo piccolo

Humanity è un videogioco sviluppato da Enhance Games, noti per il loro lavoro su titoli come Tetris Effect. Il gioco è stato rivelato per la prima volta nel 2019 e ha attirato l’attenzione per il suo stile visivo unico e le meccaniche di gameplay originali. Si distingue per un’estetica minimalista ma sorprendente, caratterizzata da enormi masse di persone che si muovono in sincrono all’interno di scenari geometrici.

Il gioco ruota attorno alla manipolazione di folle per superare ostacoli e risolvere enigmi: la gestione delle masse implica un certo grado di simulazione, dove il comportamento collettivo diventa un puzzle da comprendere e sfruttare. Nonostante la complessità emergente del gioco, i comandi sono intuitivi permettendo al giocatore concentrare tutta l’attenzione sui puzzle, senza disperdere energia altrove.

I giocatori devono navigare le folle attraverso intricati labirinti di sfide, orchestrando il loro movimento tra ostacoli come ponti e trappole. Interagendo con l’ambiente circostante, apriranno nuovi cammini e attiveranno meccanismi per raggiungere la meta. Ogni livello propone enigmi singolari di crescente difficoltà, insegnando al giocatore modalità di interazione sempre più complesse. Occorre evitare strategicamente che le masse si disperdano, cercando di portare più persone possibili verso la destinazione finale, al sicuro.

Uno dei complessi enigmi di Humanity

Un messaggio profondo

Se apparentemente il mondo di Humanity sembra piccolo i termini di spazio, il tema della “massa”, intesa come gregge da traghettare verso una terra promessa emerge in maniera prepotente. Solitamente essere definiti parte del gregge o di una massa, ha una connotazione negativa poiché si nega l’individuo come essere pensante, in Humanity questo concetto viene ribaltato.

Il gregge diventa supporto e unica possibilità di salvezza. L’unico modo di vivere la salvezza è rappresentato dal prossimo e dal percorrere un pezzo del proprio percorso insieme. Guidati da un interesse o un ideale comune, gli individui sconfiggono la solitudine, trovando salvezza solo nel positivo concetto di collettività. Essere pecora, quindi non è più degradante, ma assume una connotazione più nobile. Un’azione di coraggio nell’accettare i propri limiti, affidarsi agli altri, consci della propria debolezza e quindi della propria impossibile indipendenza. La pecora, neo-leone, trova nel gregge la propria coraggiosa esistenza sopravvivendo a conflitti, false mete e ideali devianti, rifiutando la dispersione mascherata da individualismo.

Humanity con un gameplay semplice e intuitivo ribalta le classiche dinamiche individualiste dei videogame, proponendo una visione collettiva con lo scopo di raggiungere il traguardo e vincere la partita. Un rifiuto della separazione, un’opposizione totale alla dispersione. ♦︎

Giovanni Zabardi
Nato controvoglia nel '94, ingegnere per scherzo e gamer incallito. Nonostante il cuore nerd, sono un organizzatore patologico dei migliori falò di ferragosto low budget della Costa Est. Laurea e lavoro nel gaming mi hanno imborghesito, ma una volta suonavo in una surf-rock band.

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