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Aldo Cazzullo al Festival della Tv di Dogliani intervista il direttore di “Le Monde” Jerome Fenoglio, cercando di far emergere i punti di forza e di debolezza del quotidiano francese. “Le Monde” si dimostra essere un quotidiano poliedrico e ispirato da alti ideali. Alti come quelli del suo direttore?

Jerome Fenoglio

La qualità di “Le Monde” è alta nonostante la sua presenza su TikTok e rimanendo sempre se stesso. La chiave del mantenimento di questa qualità è avere più giornalisti e sempre più persone alle quali insegnare di più e grazie alle quali si possa mantenere questa qualità. Perchè se si vuole avere un pubblico maggiore bisogna avere più giornalisti, infatti prima “Le Monde” aveva circa 300 redattori, ora ne ha circa 500. Quindi oggi riusciamo a guadagnare i soldi necessari grazie a questo cambio di qualità a queste persone che vengono oggi.

Aldo Cazzullo fa così un passo ulteriore: Ha detto due cose fondamentali, la prima è che qualche tempo fa, noi giornalisti  avevamo timore di non essere più necessari. Anzi, di essere completamente tagliati fuori. Questo timore è stato superato. Perché più giornalisti ci sono e più valore c’è. E “Le Monde”, come ha detto Jerome, per avere il click deve restare “Le Monde”. Se leggete “Le Monde” trovate pezzi sulla Cina, sull’Africa, sull’ultimo romanzo che è uscito, su una questione culturale. Ma la vera domanda è: Come fare i click mantenendo la qualità? Con l’informazione politica, culturale, con la politica estera.

Jerome risponde così: é proprio perchè stiamo vivendo un periodo molto complesso che abbiamo bisogno della qualità e delle informazioni vere. I giovani d’oggi hanno bisogno di questa qualità e hanno bisogno di risposte affidabili. E la buona notizia è che le persone andando alla ricerca di questa buona informazione sono anche disposte a pagare per delle applicazioni. Le persone contano sulla affidabilità delle informazioni.
E questo non vuol dire che non ci possa essere del divertimento, e ci si debba concentrare solo sulle informazioni negative, angoscianti di oggi. Questo permette anche di creare da parte di “Le Monde” delle informazioni culturali, che fanno distrarre le persone che sono di tipo diverso. Infatti in questo caso sono informazioni che non sono di bassa lega. 

A che ora si chiude il giornale? (Aldo Cazzullo intende a che ora si chiude il giornale con tutti i pezzi per poi andare in stampa).

Jerome risponde: Di solito lo chiudiamo alle 10:30 del mattino ma in realtà non ci fermiamo mai perché abbiamo uno stabilimento a Los Angeles. Il quale con il fuso orario lavora quando in Francia non si lavora, quindi le informazioni vengono prodotte in continuazione 24h su 24. 


Aldo Cazzullo chiede: Noi giornali dobbiamo fare attenzione a non essere identificati con il sistema, con le élite, e perchè secondo te, ci sono state queste rivolte contro gli establishment, contro i sistemi?

Jerome non tarda a rispondere e lo fa così: “Le Monde” è un giornale che è dedicato a delle persone che hanno perseguito degli studi, quindi dedicato alle élite, ma questo fa sì che l’informazione che viene data a queste persone conoscano anche gli eccessi e gli errori della élite stessa. Quindi, il ruolo del giornalismo non è quello di far addormentare i suoi lettori, ma quello di farli svegliare e di farli ragionare su quello che sta succedendo. Il problema che abbiamo oggi quindi è questo, ossia una grande crisi nelle élite che non si accettano e riconoscono. L’elite non sta vivendo la stessa crisi che stanno vivendo gli altri.
Quindi è importante far sì che l’uguaglianza venga ristabilita da e per le élite, perché si comunichi e si dialoghi. Infatti si crea questo sentimento di ingiustizia nei confronti dei membri delle istituzioni pubbliche che si vedono accusati di non aver fatto abbastanza. Ma non è questo il problema, il problema è la disuguaglianza che c’è. Il problema è che quando si svolgono questi lavori si ha l’impressione di subire solamente e non avere il potere di fare. E quindi va ristabilito questo rapporto, e lo spazio di creare e fare (rivolto alle élite). Bisogna imparare a capire quali sono i veri problemi.