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Un’offerta d’acquisto lanciata da Msc e Lufthansa potrebbe portare in mano straniera la neonata compagnia di bandiera italiana

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Quello della neonata compagnia aerea Ita Airways sembrerebbe proprio essere stato un volo dal destino segnato, un volo alla Icaro.
Se non è il caso di giungere a conclusioni troppo affrettate e pessimistiche sulla sua attuale situazione, il suo futuro é, senza dubbio, assai incerto.
La compagnia italiana nata per salvare Alitalia dal fallimento non sembra dare i frutti promessi.
Nelle scorse settimane è, inoltre, giunta un’importante offerta da due grandi aziende internazionali, MSC e Lufthansa. Il loro obiettivo sarebbe quello di acquistare il 60% delle quote di Ita. Il Tesoro sta ora valutando se accettare la proposta, lasciando de facto che siano delle aziende straniere a beneficiare del potenziale di una compagnia nazionale.

L’offerta di Msc e Lufthansa

Negli ultimi giorni di gennaio MSC ha lanciato la proposta di acquistare una quota di maggioranza della neonata Ita Airways. L’azienda svizzera, leader mondiale nella navigazione, si è proposta in partnership con la compagnia aerea tedesca Lufthansa, altro cliente interessato all’acquisto della compagnia di bandiera italiana. I due big hanno piazzato sul vassoio una proposta che si aggirerebbe attorno al miliardo e mezzo di euro. (Baroni P. – La Stampa del 26/01/2022)

La notizia ha subito messo in agitazione gli operatori del settore. Uno in particolare il principale interrogativo. Quale lo scopo di MSC nell’investire sul mercato del trasporto aereo. In più puntando su una azienda appena sorta e già in apparente difficoltà.
Il magnate italiano a capo del colosso elvetico, Gianluigi Aponte, si è dimostrato, più volte, un imprenditore ambizioso e intraprendente. Ma ciò non basterebbe per giustificare l’interesse di chi domina il mercato del trasporto via mare per il trasporto aereo.
La risposta va individuata nelle opportunità di creare sinergie tra i due settori e nel vero core business di MSC. Trasportare viaggiatori e organizzare crociere non rappresenta, infatti, la principale fonte di guadagno della compagnia. Il suo posizionamento in questo settore è, si, elevato: terzo a livello mondiale. Ma la vera leadership di MSC si ha nel trasporto di cargo.
In questo ramo gli svizzeri occupano il primo gradino del podio.

Investire in Africa

La possibilità di accedere agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino garantirebbe loro un importante punto di collegamento con altri territori interessanti dal punto di vista commerciale. Primo su tutti l’Africa.
Il Continente Nero continua ad apparire come un’utopia irrealizzabile, stroncato da guerre, fame, povertà. I governi sono corrotti e non pensano minimamente a investire in infrastrutture necessarie per lo sviluppo. Malgrado ciò, il dinamismo del suo mercato e alcune improvvise quanto rapide manifestazioni di sviluppo rendono da sempre l’Africa un territorio molto attrattivo per gli investitori di tutto il mondo.

MSC non la pensa diversamente e vuole anch’essa tentare l’azzardo di puntare sul potenziale futuro del continente africano.
Con il controllo degli aeroporti italiani avrebbe la possibilità di mettere in collegamento anche i porti da cui vanno e vengono le sue navi, consentendo anche alle persone che intendono recarsi in Africa un più semplice e rapido spostamento.

Ma il Continente Nero non è il solo obiettivo su cui la compagnia sta puntando. L’accesso allo spazio aereo renderebbe più comodi e veloci i trasporti di merci e persone anche verso l’America e l’Asia. La possibilità di offrire una copertura praticamente globale ai clienti.

Quali i vantaggi per Lufthansa

Quali sono, invece, i vantaggi per Lufthansa?
La compagnia aerea tedesca ha, da tempo, intenzione di penetrare nel mercato italiano.
Dunque la partecipazione in Ita sarebbe il trampolino di lancio ideale per lei.
Inoltre anche i tedeschi avrebbero la possibilità di incrementare il loro ventaglio di offerte avendo accesso agli scali di Roma e Milano. Anche Lufthansa è, infatti, interessata ad espandersi in Africa. Inoltre avrebbe ulteriori scali collegati con il Sud America. Due aree nelle quali, sinora, è rimasta debole rispetto alla concorrenza.

Lufthansa è anch’essa partecipata dallo Stato tedesco, quindi l’acquisto di quote di un’altra società al di fuori del territorio nazionale dovrà, prima, essere approvato dall’UE. Ma grossi problemi non dovrebbero sorgere. La Germania ha già, infatti, restituito più del 75% dei fondi distribuiti dall’Unione Europea per far fronte alla pandemia. I suoi investimenti all’estero non hanno, quindi, più il vincolo di non dover usufruire del suddetto aiuto.

I primi mesi di Ita: successo o flop?

Le ragioni espresse dai due pretendenti sono valide. Ma viene allora da chiedersi perché puntare proprio sull’azienda italiana. Una società che lo Stato ha creato ad hoc per salvarne una precedente, ormai con non uno, ben si due piedi nella fossa.
Se, infatti, Ita è nata con lo scopo di far rivivere dalle sue ceneri Alitalia, le cose non sono andate esattamente come previsto.
Alitalia si presentava con un bilancio in rosso, un ammontare di debiti enormi e il peso di un personale troppo numeroso lasciato a casa inoperante. Tuttavia la situazione non pare migliore per Ita.
La crisi dovuta alla pandemia perdura e il mercato dei voli aerei non è ripartito nel 2021 come, invece, ci si aspettava. Gli utenti lamentano prezzi troppo elevati, poco competitivi e servizi carenti.

Dire con certezza cosa ci sia dietro le ragioni di un tale investimento è impossibile.
L’unica risposta possibile arriva dalle dichiarazioni stesse della dirigenza di Ita.
La compagnia avrebbe raggiunto il suo obiettivo per la quale era stata creata, ossia quello di essere appetibile sul mercato.
Il bilancio è stato ripulito dei debiti e il personale in esubero licenziato.
Parole, quelle degli amministratori italiani, volte anche a ribattere alle critiche di questi mesi.
Molti si sono chiesti perché impiegare tutti questi sforzi per salvare Alitalia e non venderla già a ottobre del 2021, malgrado gli acquirenti interessati non mancassero. E poi cedere quote della nuova azienda a pochi mesi dalla sua nascita. Una giustificazione potrebbe essere riscontrata proprio nella possibilità di un maggior guadagno proponendo sul mercato una società più solida e in migliori condizioni.

Il futuro della compagnia italiana

Ora il destino di Ita è nelle mani del Tesoro, che dovrà decidere se accettare o no l’offerta di MSC e Lufthansa. Il 40% andrebbe agli svizzeri, il 20% ai tedeschi, mentre allo stato italiano rimarrebbe una quota del 40%.
Inoltre il MEF deve vagliare anche la richiesta dei due pretendenti di avere 90 giorni di esclusiva. Tre mesi durante i quali non potrà essere accettata nessun’altra richiesta. Nello stesso periodo i due colossi vorrebbero avere accesso esclusivo ai dati di bilancio della compagnia di bandiera italiana.

Il MEF e il Cda di Ita hanno, per il momento, rinviato la decisione. I tecnici e i legali di entrambe le parti sono scettici in merito alla richiesta di esclusiva, solitamente accettabile solo nei confronti di acquirenti che abbiano già fatto una proposta vincolante. Inoltre si rischia di andare contro la legge europea ed italiana sulle privatizzazioni.

Dunque ancora incertezza e un futuro nebuloso per i dipendenti di Ita.

La speranza è che il Tesoro non prenda scelte azzardate e che quello della compagnia aerea nata dalle ceneri di Alitalia non sia l’ennesima storia di un’impresa che fugge dall’Italia.

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