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Il titolo della debuttante Sandfall Interactive spacca il mercato video ludico mettendosi dalla “parte” dei giocatori: la rivoluzione francese dell’industria dei videogame.

Se siete presenti su qualsivoglia piattaforma social e avete un minimo di interesse per il mondo dei videogame, il nome di Clair Obscur: Expedition 33 avrà di sicuro raggiunto la vostra echo chamber. Senza finta modestia, appena visto il teaser trailer più di un anno fa mi ero lanciato in un «Non si preordina mai nulla, però questo va preso al lancio», ma mai avrei pensato che la mia previsione del tempo fosse tanto eufemistica. A qualche mese dall’uscita, il videogioco francese sta impartendo una vera e propria lezione ai cosiddetti colossi dell’industria ricevendo lodi da ogni angolo del mondo.

Una lezione tecnico-produttiva, ma anche morale: per quanto idealizzato, il lavoro fatto da Guillaume Broche e il suo team sembra aver fatto breccia nei cuori dei giocatori in un modo che raramente si è percepito negli ultimi anni, sfidando apertamente le abitudini produttive del medium. Una vera e propria rivoluzione.

Fondamenta

Forse a causa di un passato in una software house ormai mal sopportata dai giocatori, Guillaume Broche (ex brand development manager e narrative lead di Ubisoft) è partito dalle basi del game design, basandosi sui canoni di genere per costruire il proprio gioco. Un assunto, che in molti suoi pari a Square Enix sembrano aver deciso di accantonare da tempo: «Se decido di creare un RPG classico, il sistema di combattimento è a turni».

Ma, in particolare, che cos’è Clair Obscur: Expedition 33?

Rilasciato il 24 aprile 2025 per PlayStation 5, Windows e Xbox Series X/S, Clair Obscur: Expedition 33 è un gioco di ruolo a turni con innovativi elementi di combattimento in tempo reale, sviluppato dallo studio francese Sandfall Interactive e pubblicato da Kepler Interactive. Il gioco è ambientato in un mondo fantasy ispirato alla Belle Époque francese, ma l’atmosfera è decisamente più cupa. La trama ruota attorno a un’entità misteriosa chiamata “La Pittrice” che, una volta all’anno, dipinge un numero su un monolite. Tutte le persone la cui età è corrispondente a quel numero si trasformano in fumo e svaniscono. Con il numero che si avvicina a 33, la spedizione dei protagonisti parte per distruggere La Pittrice e porre fine a questo ciclo di morte.

Il gameplay di Clair Obscur: Expedition 33 si articola attorno a un innovativo sistema di combattimento a turni che integra elementi di azione in tempo reale, richiedendo ai giocatori precisione e tempismo per schivare, parare e contrattaccare. Oltre alla possibilità di mirare liberamente ai punti deboli dei nemici, l’esperienza di gioco è arricchita da sistemi di progressione profondi, con alberi delle abilità, potenziamento delle armi e molte altre sub-meccaniche tipiche del genere. L’esplorazione e la scoperta di un vasto mondo ricco di segreti e missioni secondarie completano l’offerta, il tutto avvolto da una narrativa coinvolgente che promette emozioni e colpi di scena.

Quello che appare chiaro è come il lavoro di Sandfall Interactive sia partito da un enorme studio e consapevolezza del genere RPG a turni. La forte scelta di un sistema a turni miscelata a una brillante idea di innovazione, ha garantito al gioco di sorprendere anche gli utenti più navigati che raramente restano stupiti di fronti a generi monolitici come i JRPG o RPG turn-based. Oltre a questo, è stata premiata la capacità di ascolto della software house francese: la mossa vincente è stata “leggere la stanza” globale senza snaturare il proprio prodotto di fronte alle richieste di mercato, ascoltandole quanto basta. Queste solide fondamenta hanno consentito di scalare le vette del mercato.

Uno screenshot tratto da una battle phase del gioco.

Vette

Ma realmente come ha fatto una nuova IP a raggiungere queste altezze? Beh la risposta arriva sempre dal mercato, dalla stanza globale in cui ci troviamo. Guardiamo, ad esempio, il momento storico in cui siamo: nonostante i tentativi (talvolta virtuosi) di Square Enix di innovare la formula proposta dal sempiterno Final Fantasy, niente ha realmente scaldato il cuore dei fan o dei neofiti. Gli appassionati del genere sono anni che lamentano una “fame di veri RPG” a turni: proprio la forte domanda di giochi di ruolo con sistemi di combattimento profondi e storie coinvolgenti è stato uno dei maggiori fattori a direzionare l’equazione vincente di Clair Obscur. Il titolo ha di fatto riempito una nicchia di mercato che voleva solamente essere ascoltata e che da anni cercava di farsi sentire.

Però non basta “solo” individuare e riempire una nicchia. Clair Obscur ha saputo innovare il genere con l’introduzione di meccaniche in tempo reale nel combattimento a turni, offrendo qualcosa di nuovo e stimolante, visto poche volte sulla scena video ludica. E vedere tale attenzione in un titolo di debutto di uno studio relativamente piccolo ha creato un legame subito forte con i giocatori. Per non parlare della cura e della qualità nella realizzazione della storia o del comparto tecnico/artistico più che paragonabile a quella di ben più note produzioni AAA.

Sandfall Interactive, oltre a realizzare un prodotto eccelso, ha saputo venderlo bene. La sua inclusione in servizi come Xbox Game Pass al lancio ha garantito una visibilità immediata a un vasto pubblico, abbattendo la barriera del prezzo d’acquisto per una nuova IP. In un’epoca dove il prezzo dei giochi sembra salire vertiginosamente (vero Nintendo?), facilitare l’accesso al mondo del gaming crea simpatia e fidelizzazione nel pubblico pagante. Queste mosse premiano: non è un caso che il forte passa parola sui social media e nelle comunità di gioco sia stato estremamente positivo da tutti i fronti. Stampa, influencer, critici: tutti hanno incensato il gioco francese.

In sintesi, Clair Obscur: Expedition 33 è un titolo che sta brillando per la sua capacità di innovare un genere classico, unita a una direzione artistica mozzafiato, una trama profonda e un’esecuzione tecnica impeccabile per essere un gioco di debutto.

Maelle, una delle splendide protagoniste di Clair Obscure: Expedition 33.

Un messaggio al cuore dell’industria

Resta solo da chiedersi: perché?
Come è possibile che un team di sviluppo debuttante, di dimensioni relativamente piccole, sia riuscito laddove software house più esperte ed equipaggiate hanno fallito e falliscono costantemente? La risposta probabilmente la capiremo pienamente nei prossimi anni, ma il messaggio è chiaro: non è vero che non si può fare un gioco di qualità, pieno di cura e amore (e contenuti interessanti, non vuoti e usati meramente come riempitivo, vero Ubisoft?), negli standard di mercato odierni.

Se da un lato è vero che i ritmi industriali odierni generano non pochi problemi durante il periodo di gestazione dei giochi, dall’altro sembra che queste difficoltà vengano usate come scusa per giustificare l’uscita di un prodotto mediocre. I giocatori si sono abituati al fatto che ogni gioco che acquistano riceverà una o più patch per sistemare gli errori presenti al lancio. Clair Obscur ha sorpreso anche in questo, non ricevendo nessuna patch: allora è ancora possibile far uscire titoli “completi”, senza bisogno di fix postumi?
A quanto pare sì e dovremmo, come consumatori, iniziare a pretendere di più dall’industria che sosteniamo. Non facciamoci più bastare la mediocrità a prezzi sempre maggiori poiché questo inquinerà sempre più un mercato già di per se ben poco client-friendly. L’uscita del gioco annuale lanciato ad ogni costo per sopravvivenza produttiva va combattuta, anche dal nostro ruolo di clienti, di giocatori.

Non ci sono più scuse: Clair Obscur: Expedition 33 ha aperto un varco in quella barriera che aveva reso la mediocrità un’abitudine per i giocatori. Non solo si tratta di un must have, ma potrebbe rivelarsi un punto di svolta per l’intero mercato, una sveglia per chi gioca e per chi i giochi li fa.

Cosa risponderà l’industria delle grandi case ora che certe scuse non saranno più tollerate? ♦︎