In Italia i primi licei classici sono stati istituiti nella seconda metà del XV secolo, e uno dei primi (precisamente il quarto in assoluto) è stato il liceo classico Vittorio Emanuele II. Istituito nel 1549, all’interno del liceo hanno operato grandi scrittori e filologi (guardasi Luigi Pirandello, Nicolò Camarda o Giovanni Meli); ma anche fisici e astronomi (Domenico Scinà o Giuseppe Piazzi). Negli ultimi anni sono diventati celebri anche Alessandro D’Avenia, ex alunno e scrittore di fama mondiale, e Padre Pino Puglisi, presbitero ucciso dalla mafia siciliana.
La scelta del percorso formativo da seguire prima dell’università è una delle decisioni più importanti della vita, se non la più importante. Le opzioni sono tante, oggi più di ieri, e quella del liceo classico sembra aver ritrovato il favore di un tempo, dopo anni di critiche che hanno relegato questo indirizzo di studi nell’ambito delle formazioni “antiquate”. Eppure in molti oggi continuano a considerare il liceo classico un percorso difficile e, soprattutto, inutilmente difficile.
Lo abbiamo chiesto alla professoressa Germanà, insegnante di Greco e Latino presso il Liceo classico Vittorio Emanuele ll di Palermo da oltre 30 anni.
Molti ragazzi, finiti gli anni delle scuole medie, si chiedono: perché dovrei iscrivermi oggi al liceo classico?
“Ribalterei la domanda: proprio oggi, più di ieri, ha senso iscriversi al Liceo classico. I ragazzi hanno davanti a sé un orizzonte lavorativo molto ampio e nello stesso tempo la prospettiva di non potere svolgere per tutta la vita lo stesso lavoro. Il Liceo classico supera la logica di una formazione specifica, non chiude, ma apre, offrendo un impianto metodologico che consente di adattarsi ad ambiti di interesse diversificati. Diciamo che lo studente del Liceo classico impara ad imparare ed è pronto a proseguire la sua formazione per tutto l’arco della vita.
“Il liceo classico di oggi è molto diverso da quello che ho frequentato io” continua la professoressa “è riuscito a rinnovarsi, a stare al passo con i tempi mantenendo nello stesso tempo la forza della tradizione che lo caratterizza”.
Quali sono gli sbocchi professionali che lo studente può avere dopo che ha superato la maturità classica?
“Penso che la risposta sia in ciò che ho detto prima. Può, secondo me, cimentarsi nella professione che più ama; certo, in alcune può riscontrare una difficoltà iniziale, ma possiede i mezzi per superarla ed anche per eccellere nel percorso che ha scelto o che ha dovuto scegliere”
Fondamentalmente un ragazzo che studia al liceo classico non studia esclusivamente Latino e Greco, come molti pensano, ma, proprio come dice la professoressa: “studia come studiare”, ovvero apprende un metodo di studio che gli permette di adattarsi a tutto.
Cambiando prospettiva, un professore di un liceo classico, che ha vissuto la scuola in modo diverso rispetto ai suoi alunni, come si dovrebbe approcciare con i ragazzi di oggi?
“Io ne parlo spesso con i miei alunni, perché, secondo me, nel rapporto insegnamento-apprendimento è fondamentale la relazione con il ragazzo. Se non c’è la voglia di creare una relazione con l’alunno e di motivarlo, l’apprendimento viene a mancare e un ragazzo, se non è motivato, difficilmente va avanti. Quindi penso che il rapporto umano debba venire prima di tutto” risponde la professoressa “Quello dell’insegnante è un lavoro complesso, soprattutto se l’insegnante è molto più anziano dell’alunno; ma è lì che, ancora di più, deve venir fuori la bravura del professore nel riuscire ad avvicinarsi alla realtà del ragazzo.”
Potremmo dire che per fare il professore è necessaria molta passione, e qui la professoressa Germanà spiega anche perché ha deciso di insegnare al liceo piuttosto che continuare il percorso universitario
“In un Liceo la relazione con lo studente è la base del lavoro quotidiano. All’università ho sempre visto più un lavoro individuale e di ricerca, una cosa bellissima ma che non mi interessava fare per tutta la vita. Io dico sempre che gli allievi sono la parte più bella della scuola; volevo lavorare in una scuola perché è lì che la relazione con i giovani è più forte e il contatto con loro è il contatto con la vita.”
Molto spesso, per esempio con mia madre, ex alunna diplomata al liceo classico, parlando della scuola noto una differenza abissale; soprattutto quando si parla proprio della relazione con i professori e del modo in cui si vive la scuola.
“Io insegno qui da più di trent’anni, e una cosa che noto è la maggiore tendenza degli studenti ad essere attratti verso interessi diversi, che sono al di fuori della scuola.
Prima l’alunno studiava perché sapeva che doveva studiare e perché aveva timore del professore, ma non è più così. Oggi studia se ha voglia di farlo. Ma è meglio: avere desiderio di imparare, essere curiosi, motivati è molto importante.
Comunque anche noi professori siamo molto cambiati: io, per esempio, mi sento molto diversa rispetto ai miei primi anni di insegnamento. Trenta anni fa non ti avrei mai detto che la cosa più importante è la relazione tra studente e professore; è un’acquisizione che è frutto della mia esperienza sul campo”.
La bellezza della scuola è anche questa. Se rimanesse immobile non sarebbe scuola, deve mantenere il suo obiettivo (ovvero la formazione) e crescere anch’essa, insieme al tempo che passa.
Bene, adesso che abbiamo spiegato perché il liceo classico è ancora una scelta valida, più di altre, diamo un consiglio a quei ragazzi che hanno deciso di intraprendere questo viaggio.
Un consiglio che, da studente, do sempre è quello di leggere tanto e ogni tipo di libro, così da abituarsi sin da subito ad analizzare e comprendere i testi.
“Un consiglio che io do” dice la professoressa “è di affrontare il liceo classico studiando sin da subito, già dal biennio, che può sembrare ostico perché basato per lo più sul dato linguistico, ma è fondamentale per potere affrontare gli anni del triennio, durante i quali la prospettiva sarà più ampia, ma sempre collegata a quelle operazioni mentali che sin dal primo anno l’alunno impara a compiere”.
Ma, in conclusione, il liceo classico è una scelta da fare?
Torniamo all’inizio e, dopo quanto abbiamo detto, ribaltiamo la domanda: perché il liceo classico non si dovrebbe scegliere?