Un unico maschio in un ambiente esclusivamente femminile. Questo è l’elemento che accomuna i due protagonisti dell’incontro, uno reale e uno immaginario. Nella cornice della Sala Olimpica si sono alternati Silvia Vecchini, scrittrice e poetessa, e Giorgio Minisini, nuotatore artistico.

Buona parte dell’incontro è stata monopolizzata dalla prima, per via di un ritardo aereo che ha costretto a un lungo e frammentario collegamento telefonico l’atleta romano. Al Salone del Libro Vecchini ha presentato il suo ultimo lavoro, un romanzo di formazione incentrato sullo sport.

Crescita e sfide da affrontare

L’idea per la realizzazione di “Mille briciole di luce” è scaturita dal suo forte interesse per i giovani, e in particolar modo per il loro tempo libero. In un periodo di transizione come l’adolescenza, infatti, ci si dedica ad attività che andranno a plasmare la nostra personalità, e lo si fa con estrema dedizione. In questo caso si parla di ginnastica ritmica, lo sport praticato dalla figlia e forte motivo d’ispirazione.

Un elemento, in particolare, ha catturato la sua attenzione: la linea rossa. Essa delimita la pedana, rappresenta un confine fra ciò che è consentito e ciò che è punibile, ma ha anche una connotazione simbolica. Vecchini l’ha immaginata come il limite di un insieme, al cui interno si trovano elementi con un tratto in comune, l’essere femmine.

Silvia Vecchini

Il protagonista della storia, Danni, manifesta sin da piccolo la passione per questa disciplina (l’unica ancora praticata da un solo genere a livello olimpico, come ricorderà più tardi l’autrice). Tuttavia si scontra con la dura realtà: non può far parte dell’insieme, “il suo corpo è tutto una penalità”. Giudicato dai suoi pari e dal contesto in cui vive, Danni si affida a due suoi amici, Ambra e Radu, una ginnasta e un musicista accomunati dal talento e dalla passione per le rispettive attività. Tuttavia anche loro crescendo capiscono che in quella società sarebbe stato difficile far parte di qualcosa che non esisteva. Il semplice indossare un body con le paillettes costituisce, infatti, motivo di scherno da parte dei coetanei e viene associato a un preciso orientamento sessuale.

Un pesce fuor d’acqua

Nel frattempo Minisini, imbottigliato nel traffico di Torino, interviene allacciandosi alla storia di Danni, e affermando come i bordi della piscina siano stati la sua “linea rossa”. Soltanto il supporto dei genitori e delle compagne di squadra lo ha spinto a continuare il percorso intrapreso, concentrandosi esclusivamente sugli aspetti positivi.

Alla richiesta di citare un evento che ha segnato la sua carriera e la sua esistenza Giorgio ricorda il primo Campionato italiano aperto alla categoria del singolo maschile. In quel frangente si è sentito finalmente parte di una comunità, finalmente non era più quello diverso.

Idee e stimoli

La scrittrice umbra risponde a sollecitazioni non canoniche, riceve segnali che assurgono a simboli. Uno di questi è proprio la linea rossa, altri sono i cinque attrezzi utilizzati nella ginnastica ritmica. Questi ultimi le hanno permesso di confezionare le cinque poesie contenute nel libro, ciascuna dedicata ai movimenti e alle immagini a cui rimandano palla, clavette, cerchio, nastro e fune. La palla, per esempio, diventa metafora del tempo e della memoria. Il cerchio diventa la cornice di uno specchio, attraverso cui si riflette l’immagine di Danni che ha deciso di proseguire nel suo percorso.

Un incontro ispiratore

Verso la fine dell’incontro la scrittrice svela di essere stata ammaliata da un’esibizione di Minisini, e che proprio tale episodio l’ha indotta a iniziare la stesura del romanzo. Quel culmine di un processo iniziato molti anni prima ha subito suscitato in lei la curiosità di scoprirne i vari passaggi. L’unicità della sua storia risiedeva nel fatto che un bambino e poi un adolescente avesse imboccato una strada che l’avrebbe portato verso una destinazione inesistente, verso l’impossibilità di competere e mettere in mostra le proprie capacità. Questa strenua perseveranza dimostrata dal nuotatore caratterizza anche il protagonista del romanzo, e testimonia i parallelismi fra vicenda reale e episodio immaginario.

Un unico maschio in un ambiente esclusivamente femminile. Due grandi storie di sport, ma anche e soprattutto due grandi esempi, atti a scardinare definitivamente stereotipi e anacronismi. Due figure che ispirano e aprono un varco verso il superamento della disparità di genere.

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Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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