“Andrà tutto bene” è la frase più sentita degli ultimi due anni. Era la prima risposta di ogni governatore, la parola più virale dei social, il motto degli influencer. Tutti i popoli riponevano in questa frase la speranza che la pandemia potesse arrivare ben presto al suo capolinea. Ma così non è stato, per due anni siamo stati soggetti ad uno stato di emergenza, facendo i conti con le morti e limitando gli incontri sociali, fino ad annullarli completamente.

Abbiamo vissuto in una campana di vetro e appena è iniziata ad esser scorta la luce dell’infinito tunnel, si è dovuto far i conti con la realtà. Oltre ai problemi economici e politici, che nel nostro paese non sono mai mancati, ci si è preoccupati per la salute mentale e dei cittadini. 

Era finito l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, una sera di un normale venerdì, un uomo era in giro, tornava a casa da lavoro. Passeggiava per le stradine sentendo la solita musica con i suoi soliti auricolari. Appena svoltato l’angolo, l’uomo pensò di aver sbagliato strada, non sembrava decisamente il viale di casa sua, pieno di gente. Non riusciva a credere ai suoi occhi, dopo quasi due anni le stradine del centro di Napoli, erano tornate ad essere colme. Provava una gioia infinita, che si tramutò ben presto in insofferenza. Subito si allontanò, capì che qualcosa stava succedendo. Era un attacco d’ansia.

I numeri delle persone che hanno mostrato sintomi di ansia e depressione sono elevatissimi, perché non sono riusciti a gestire l’isolamento emotivo dovuto a fattori di incertezza e confusione. In cui l’unica ancora di salvezza sembrava essere la mascherina: 

Ha protetto i nostri cari quando eravamo infetti

Se ci sentivamo spenti ci accendeva con i suoi colori

Quando avvertivamo dispersione, ci faceva sentire protetti

Ci donava armonia con le sue forme 

Ha fatto in modo che ci affezionassimo a lei fino ad arrivare al punto di chiederci se siamo pronti a disfarci di quella maschera che per due anni ha contribuito ad arricchire l’outfit di tutti i giorni, che talvolta è risultata una salvezza, per coprire brufoli e imperfezioni. A tutti sarà capitato di non lavare i denti, una volta in più, perché tanto “ho la mascherina che mi copre, chi mi vede”.

Nessuno vedeva, nessuno vede, quante volte mi è capitato di non essere riconosciuta, e la scusa era sempre la stessa “sai com’è, queste mascherine…”. Dall’altra parte tu puoi anche sorridere, per far capire che è tutto apposto, ma l’altra persona non lo saprà mai, perché l’unico organo a sfuggire dalla presa della mascherina è l’occhio, con i quali, però, ci si sentiva dei bambini alle prime armi con la lingua, perché non siamo mai stati abituati ad usare solo quelli per comunicare.

Quindi, la nostra amata mascherina, ha accresciuto le insicurezze, ha aumentato l’incertezza. È diventata nostra amica ma dobbiamo essere pronti a disfarcene, bisogna avere la forza di riuscire ad abbandonarla.

La vita è come un fiume: qualsiasi cosa succeda essa continua a scorrere. Senza curarsi delle nostre inquietudini. A volte è necessario ripartire da zero con la  convinzione che tutto ciò fatto fino a quel momento non ha più valore. Oggi è uno di quei momenti, ma tutti gli obbiettivi raggiunti, gli impegni rimandati e i sogni sospesi, oggi, hanno un senso. Essi assumono un valore triplicato perché, oggi, la nostra vita ricomincia. 

Benedetta Manca
Il mio nome è Benedetta Manca, mi mancano nove mesi e non sarò più adolescente, quindi cerco di vivermi al meglio tutti momenti. Non ho mai avuto fretta di crescere, ho sempre colto tutte le possibilità che mi venivano offerte e vissuto in fondo tutte le avventure. Mi auguro che potrò sempre riuscire a farlo anche quando farò completamente parte di quel mondo degli adulti, tanto presi dal processo del capitalismo, da non badare ad altro, a ciò che davvero conta nella vita: le passioni. Coltivare le proprie passioni é ciò che rende ogni essere umano vivo e consapevole della propria esistenza. Una delle mie è la scrittura e spero di farlo notare tramite i miei articoli.

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