Stesso Covid-19… altro anno!! Siamo ormai giunti al secondo anno di un calvario che affligge l’interno pianeta, una situazione che pochi o nessuno di noi avrebbe immaginato di vivere in quello che ormai sembra un lontano 2019, e dico lontano perché, a sentire le parole di chi mi sta intorno, sembra che ormai molti si siano scordati com’era la vita prima di tutto ciò. Io stesso pensavo che nella mia vita avrei assistito ad un’altra guerra, però mai avevo immaginato di poter vivere in prima persona una pandemia! D’altronde, chi avrebbe mai creduto di assistere ad un evento che non molto tempo fa ricordato solo dagli ultracentenari, ossia di coloro che vissero la famigerata influenza spagnola.

Questo storico virus che colpì il mondo cessò cent’anni esatti prima di questa pestilenza del nuovo millennio e con esso condivide dinamiche storiche molto familiari. Da tutto ciò una domanda sorge spontanea: come ci siamo trovati impreparati ad un evento la cui ultima testimonianza risale ad appena un secolo fa? La risposta sembra più che ovvia: la Storia insegna ma ha dei pessimi allievi. Dunque, per prevedere gli accadimenti futuri o per cercare di anticiparli, dovremmo analizzare come i governi passati agirono e come quelli attuali si stanno comportando.

Se si studia la Storia, si nota già come le genesi dei due virus sia molto simile. Nato il primo negli USA e il secondo in Cina, si sono velocemente diffusi: la spagnola grazie alla Grande Guerra, il Covid-19 con la globalizzazione. Inoltre entrambi hanno goduto del silenzio stampa che riguardò nel ‘900 gli Stati belligeranti[1], nel secondo l’omertà del Paese del Dragone.

Come effetto di queste negligenze, entrambi i virus portarono a delle pandemie che sorprendentemente non finiscono di fornirci analogie. Pensiamo al movimento no-vax che avanza mille scuse pur di non adempiere alla campagna vaccinale; ebbene, negli USA del 1918 nacque il movimento no-mask che vide nell’imposizione dell’uso della mascherina una violazione dei diritti civili. Oppure si pensi alle istruzioni sanitarie forniteci nei primi mesi del 2020, similmente si agì in Italia nel 1918, con manifesti per la precauzione igienica.

1918, un manifesto del Comune di Milano (Photo by Fototeca Gilardi/Getty Images)

Una volta esaminate le somiglianze, non possiamo però non riconoscere le differenze. In primis, le persone del ‘900 erano ben più consapevoli di cosa fossero le epidemie, dal momento che la qualità della vita era minore e quindi loro stessi ne avevano già sperimentate direttamente. Per tali ragioni la gente sapeva dei sacrifici necessari per uscire da questa situazione, incluso limitare le propria libertà, un concetto che ormai in un Occidente così imbevuto di libertà da essersi ubriacato, sembra impensabile.

Rimane infine da porsi la domanda su come sarà la nostra ripresa; anche qui, se confrontiamo le due situazioni, possiamo notare delle affinità. Infatti dopo la spagnola calò il Pil in Europa, probabilmente più dovuto alla guerra, mentre negli Stati Uniti iniziarono i famosi “ruggenti anni Venti”. Nello stesso periodo avanzarono o si erano già affermate nel Vecchio Mondo derive dittatoriali (il comunismo , il fascismo e il nazismo).

Allo stesso modo abbiamo visti il rafforzamento dei partiti sovranisti in Europa, fino ad una concessione di pieni poteri a Orbán in Ungheria; invece sulla ripresa economica i dubbi si fanno più numerosi, in quanto nel ‘900 non eravamo arrivati (almeno in Europa) ad una società consumistica come intuito già da Papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli tutti: «Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica».

Allo stesso modo, non dobbiamo essere tanto ingenui da credere che la ripresa di uno Stato implichi maggiore benessere per la popolazione. Infatti media nostrani ci parlano di una crescita del Pil, che equivarrebbe alla ripresa economica, contemporaneamente alle difficoltà lavorative della gente comune. Rivolgendo ancora una volta il nostro sguardo al passato, questa volta agli USA, leggiamo nella Storia degli Stati Uniti di Allan Nevins e Henry S. Commager come: «La ricchezza era inegualmente ripartita, ma sembrava che ce ne fosse abbastanza per tutti e la gente parlava con soddisfazione della nuova epoca».

Le mie rimangono solamente delle ipotesi, poiché nemmeno coloro chi si presenta come esperto sa davvero cosa accadrà, visti anche gli enormi cambiamenti dell’ultimo secolo. Si potrebbe dire, facendo sempre riferito alla pandemia, che il cambiamento è come la morte: non sai cosa è fino a quando non si presenta.


[1] Da qui il nome di “spagnola”, poiché a diffondere la notizia fu la neutrale nazione iberica

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