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La Repubblica di San Marino ha eletto il diplomatico Paolo Rondelli come Capitano Reggente, insieme al già precedentemente eletto Oscar Mina. La piccola repubblica, adagiata tra le Marche e la Romagna, ha inaspettatamente segnato la Storia. Rondelli, infatti, venendo eletto, è diventato il primo Capo di Stato al mondo facente parte della comunità LGBTQIA+.

La notizia allarga lo spiraglio su una maggiore inclusività della comunità LGBTQIA+, spesso esclusa dalla politica a causa di pregiudizi da parte degli elettori e dei partiti. Senza considerare che, purtroppo, in moltissimi Paesi – circa 70 – l’omosessualità è ancora illegale e costituisce reato; la stessa Repubblica di San Marino ha condannato i rapporti omosessuali fino al 2004; con l’articolo 274 del codice penale, era prevista una reclusione da 3 a 12 mesi se i rapporti fossero stati abituali o avessero causato scandalo pubblico.

Paolo Rondelli rappresenta, dunque, un grande traguardo per la comunità LGBTQIA+. Per la prima volta nella Storia la comunità arcobaleno vede un suo alleato ricoprire una carica di rilievo quale quella di Capo di Stato maggiore. Ex vicepresidente di Arcigay Rimini ed ex Ambasciatore UNESCO, Rondelli è un uomo di grande cultura che si è sempre impegnato per il riconoscimento dei diritti della sua comunità.

Monica Cirinnà,  prima firmataria della legge che ha istituto le unioni civili in Italia nel 2016, ha espresso il suo orgoglio nei confronti di Rondelli. Con un post Facebook pieno di affetto (CLICCA QUI per vederlo) ha detto: “Ha lottato per i diritti delle donne e delle persone LGBTQ+, a San Marino e non solo. È una giornata storica, che mi riempie di gioia e di orgoglio“.

Un grande passo per l’uomo e un grande passo per l’umanità

Dal 2004 la Repubblica di San Marino ha fatto molti passi avanti nel riconoscimento dei diritti civili. Nel 2016 ha approvato le unioni civili tra persone dello stesso sesso e nel 2021 è stato riconosciuto il diritto ad abortire legalmente.

La speranza, non solo per la Repubblica di San Marino, è che ognuno possa vivere la propria sessualità in pace, senza dover temere di essere giudicato da una società che continua a promuovere l’eteronormatività come standard. Anche in Paesi in cui c’è una parvenza di “tutela” la comunità LGBTQIA+ ha spesso paura di essere trattata diversamente dagli altri. Troppe persone sono ancora vittime di pregiudizi e omofobia e si vedono mancare di rispetto da parte di chi si sente superiore a loro perché rispetta lo standard della “normalità” imposto dalla società: un individuo eterosessuale cisgender (ti consiglio di dare un’occhiata all’illustrazione tema DDL Zan di Boia Fauss, CLICCA QUI).

L’elezione di Paolo Rondelli deve essere d’esempio per dire al mondo intero. La sessualità non incide e non deve incidere sul valore di una persona. La meritocrazia lavorativa, specialmente in ambito politico, deve cambiare e iniziare a premiare correttamente e onestamente, non più basandosi su raccomandazioni, discriminazioni e prototipi normativi.