Aldo Cazzullo presenta il canovaccio del suo nuovo libro : Purgatorio.
Il giornalista ci conduce dapprima in una analisi accurata e puntuale dell’italiano dantesco e attuale. Strano da pensarsi, vista la lontananza temporale. Eppure molte forme e espressioni sono state coniate dal Sommo Poeta e vengono ancora utilizzate come: dieta, star fresco, far tremare le vene ai polsi, a rivedere le stelle, e anche l’idea dell’Italia che ha conquistato il mondo e che ha una missione, conciliare la fede cristiana con la classicità.
Ma Dante inventa anche il Purgatorio. Perché per quanto possa sembrare impossibile, il luogo in cui tutti ci pensiamo, fino a Dante non esisteva. Soltanto nel 1274, quando Dante aveva appena 9 anni la Chiesa stabilisce l’esistenza del Purgatorio. Solo che nessuno sapeva dove fosse e come fosse fatto. Più o meno l’Inferno si sapeva che era sotto terra, il Paradiso nel cielo. Ma il Purgatorio dov’è, com’è fatto?
Questa idea di muoversi nel nulla e nel vuoto esaltò l’arte e la fantasia di Dante. Tant’è che i veri esperti di Dante considerano il Purgatorio la cantica più bella. Perché è eternamente cangiante, cambia di continuo, come una giornata estiva in cui scoppia un temporale con una schiarita subito dopo. Il Purgatorio è il regno del quasi. È l’attesa della felicità, che in se è una forma di felicità. Il Purgatorio è una terra di confine, tra l’uomo e Dio, al fascino di una città di frontiera. Sei triste perché ricordi ciò che hai lasciato, ma un attimo dopo sei allegro perché pensi che arriverà la felicità. Nel purgatorio c’è il tempo, c’è il sole. Dato che è una montagna agli antipodi di Gerusallemme, quindi mentre l’Inferno è eterno e il Paradiso pure. Nel Purgatorio il sole tramonta, ma mentre sulla terra il sole ci avvicina alla fine, il tempo avvicina alla morte. Il tempo avvicina alla Salvezza. Alla felicità, alla Beatitudine, è un tempo che da gioia.