E siamo arrivati alla puntata più inutile del Festival, curiosi soprattutto in merito agli outfit della serata, giusto per salvare qualcosa.
PAOLA E CHIARA: Meno brillanti della seconda serata, con qualche passo sbagliato di troppo e imperfezioni vocali varie. Qualcuno gli comunichi che Sanremo finisce sabato sera. VOTO: 5.5
MARA SATTEI: Dopo essersi guardata allo specchio, probabilmente si è chiesta se fosse davvero giusta l’impressione che ha lasciato durante la prima serata. Evidentemente no, e infatti spinge maggiormente sulla voce, pur con evidenti limiti tecnici, provando a dare un senso al brano, che di senso non ne ha. VOTO: 6-
ROSA CHEMICAL: A mani basse l’MVP di Sanremo 2023. L’ex writer più famoso di Torino si conferma foriero di libertà, menefreghismo e sana arroganza, alla faccia di tutti quei depensanti che tifavano per la sua esclusione… Vi meritate Orietta. VOTO: 8
GIANLUCA GRIGNANI: Il bello e dannato per eccellenza si presenta in black and white, come i due lati che coesistono da anni in lui. Oltre all’intensa performance, si mostra eccellente nell’insegnare all’altro fenomeno come gestire gli imprevisti sul palco. Eddaje. VOTO: 7.5
PAOLA EGONU: La pallavolista più famosa d’Italia sale sul palco con tanta emozione e leggermente impacciata, si vede che non è il suo. Apprezzabile l’impegno e l’eleganza dell’outfit, per il resto ridateci la Belva. VOTO: 6
LEVANTE: La cantautrice si presenta completamente rivisitata con un total black che più le si addice rispetto alla scorsa serata. Per non parlare della performance, più matura e dosata a sto giro, migliorando un brano che di per sé si conferma fra i meno riusciti in carriera. VOTO: 6.5
TANANAI (O FANTANANAI): Di suo troverebbe già un senso all’interno del Festival per tutti i punti che ci sta portando al Fantasanremo. Proprio in virtù di ciò, sorvoleremo sulla rima “Police-Police”. VOTO: 6.5
LAZZA: Come se ce ne fosse stato bisogno, Jacopo e la sua CENERE si riconfermano come una delle cose più belle di quest’edizione musicalmente mediocre nel complesso (così come il saluto alla mamma). Il conservatorio ha pagato, e si sente. VOTO: 8.5
LDA: Eh niente, se ieri sera stavamo dormendo durante l’esibizione, stasera ci abbiamo provato a guardarla fino alla fine, sul serio (complice anche il fatto che si sia esibito a un’ora decente). Morale della favola: se hai un pezzo più potente del sonnifero, chiedi di esibirti prima di mezzanotte. Grazie comunque dei punti. VOTO: 5.5
MANESKIN: Pur forti della presenza di quel che fu Tom Morello (che oltre a non pubblicare più nulla di memorabile da anni, fa parte della categoria dei dimenticati in patria e riesumati da noi), è come se i 4 romani faticassero incredibilmente a guadagnarsi la credibilità da parte di tanti, addetti al settore e non. Strano, probabile che l’esibizione di questa sera possa fornire un piccolo indizio, ma forse sono solo le telecamere di mamma Rai. VOTO: 6
MADAME: Incredibilmente bella ed elegante in blu elettrico, Francesca si mostra sempre piu matura e consapevole dei propri mezzi. E se è vero che le lyrics del brano non sono all’altezza della sua fama, la performance compensa alla grande. VOTO: 7,5
GIANNI MORANDI-SANGIOVANNI: Avete presente La Creazione di Adamo, celebre affresco di Michelangelo? Ecco, con tutti i meme fabbricati a riguardo, ci immaginiamo Morandi e Sangiovanni protagonisti del quadro, quasi a simboleggiare il banale incontro tra boomers e generazione Z. Ridateci Rovazzi. VOTO: 3
ANNALISA: Tecnica vocale invidiabile, sexy da far paura, con una presenza scenica che migliora di anno in anno (chiariamoci, non sarà mai Beyoncé, ma per gli standard del belpaese va più che bene). Forse con una voce del genere si potrebbe provare a darle canzoni degne di questo nome, ma è solo un consiglio. VOTO: 6.5
ULTIMO: Con la capigliatura del primo Justin Bieber nel videoclip di Baby, il nostro eroe nazionale riempistadi ci grazia della sua inestimabile presenza. E poco altro. Dio ce ne scampi. VOTO 4
ELODIE: Bagnata così sul palco, siamo sicuri che avrà suscitato parecchi apprezzamenti.
Quanto alla performance, non ha più nulla da invidiare a nessuno. Interprete matura e consapevole, quest’anno spicca maggiormente rispetto al passato. VOTO: 7.5
MR. RAIN: Sorvolando sul fatto che sembra la brutta copia di Eminem in abito gessato, la canzone, studiata nei minimi dettagli in ottica sanremese, continua a odorare di paraculata da chilometri, con tanto di movenze da baby dance nei villaggi turistici. Provaci ancora, Mattia. VOTO: 5+
GIORGIA: Ma come si fa a dire qualcosa a una donna del genere? Di voci così non ne nascono spesso, e lei sa di poterci fare quello che vuole, a prescindere dalla canzone che le viene confezionata. Una regina acqua e sapone. VOTO: 7
COLLA ZIO: Per un attimo,solo per un attimo, sembrava di essere tornati all’inizio del secolo. Meno convincenti rispetto all’esordio, conservano la freschezza e la voglia di godersi un’esperienza forse irripetibile (gli auguriamo il contrario). C’è solo il dubbio che il brano possa invecchiare maluccio. VOTO: 6+
MARCO MENGONI: Un cavallo di razza si riconosce subito, e il bel romano è uno di questi, basterebbe chiedere conferma a quel genio di Morgan. La canzone si conferma deboluccia, menomale che con una voce del genere riesce a far dimenticare tutto il resto, fatta eccezione per l’outfit da modello Paco Rabanne. VOTO: 7
COLAPESCE E DIMARTINO: Premessa: la faccia con cui puntualmente si presenta sul palco Dimartino ci comunica egregiamente la sua voglia di vivere. Fra stonature iniziali e armonizzazioni dubbie, non spiccano come al solito, ma con un altro tormentone in tasca, non torneranno tristi in albergo. VOTO: 6.5
COMA_COSE:- Restare zitti per non maledirsi/Come un silenzio che racconta tutto – Tra le milioni di coppie che si rispecchieranno in questi versi, i Coma_Cose si fanno rappresentanti di un amore travagliato, e riascoltando la canzone, ci si trova ogni volta una chiave di lettura differente, in base alle proprie esperienze. Se poi Fausto cominciasse un corso di canto, saremmo tutti più contenti. VOTO: 7-
LEO GASSMAN: Amore di papà, vestito così ci sembri un po’ una fusione tra Mahmood e Blanco dell’anno scorso. Forse gli porterà bene ai fini della classifica, perché se si affida al brano, tanto lontano non andrà. VOTO 5
MASSIMO RANIERI: Massimo, insegnaci l’eleganza, il savoir faire, a cantare ancora così quando avremo la tua età. Meraviglioso, grazie di cuore. VOTO: 9
ROCIO MORALES: Appare poco, eppure basta guardarla per incantarsi, e non solo per l’evidente bellezza. Spigliatezza, autoironia e una particolare alchimia con Ama, ne fanno una delle migliori finora. VOTO: 8
CUGINI DI CAMPAGNA: Tanto impegnativi nella vestimenta quanto semplici nell’esecuzione di un brano che in alcune parti delle strofe ricorda forse un po’ troppo la toccante L’amore non Esiste di Fabi, Silvestri e Gazzé. Furbi o meno, sono promossi anche questa sera. VOTO: 7
OLLY: Uscito direttamente da Il Padrino (o da un film di Cetto La Qualunque, come preferite), è un gran peccato vederlo così in basso nella classifica generale. Figlio ispirato della crew genovese Wild Bandana, ne porta in dote le maggiori caratteristiche a livello metrico e melodico, senza scadere in manierismi. VOTO: 7+
ANNA OXA: Stasera in versione Jamie Lee Curtis nella saga di Halloween, viene quasi da chiederle di leggere la mano e conoscere il suo piazzamento finale. Spoiler: molto basso. VOTO: 5
ARTICOLO 31: Da bianchi come il latte a rossi come il sangue è un attimo. Sangue che hanno versato metaforicamente in mezzo a mille dissapori passati, e che ora sembrano aver messo alle spalle. Il brano funziona e migliora dopo ogni ascolto, tanto simile agli ultimi lavori di un J-Ax ammorbidito dalla paternità. Sentirlo con l’autotune non è il massimo, conoscendo le sue qualità vocali, anche se a sentirlo stasera sembra quasi senza voce. VOTO: 6.5
ARIETE: Il viso di questa ragazz(in)a è di una tenerezza disarmante, abbastanza in contrasto con lo stile, un po’ clochard e un po’ pappone di terza categoria. Si fa forza in mezzo a un brano lontano dai suoi standard, seppur ben scritto, ma continua a esserci qualcosa che non funziona (oltre alla voce, si intende). VOTO: 6+
SETHU: Anche qui l’outfit è un ibrido, i modelli di riferimento in questo caso sono Gerard Way (My Chemical Romance) e Brendon Urie (Panic! at The Disco). Checché se ne dica, la canzone è forte, e l’energia che ci mette nel portarla sul palco è quasi commovente, pensando a certe cercasse vaganti. VOTO: 7.5
SHERI: Vince a mani basse il premio ai costumi più pericolosi di quest’anno. Con tutto quel lattice addosso, viene da chiedersi se abbia scaldato il pubblico in sala quanto se stessa. A occhio e croce, sembra di no, ma rimane la bellezza di un timbro assai particolare. VOTO: 6-
gIANMARIA: Uscito direttamente da Final Fantasy, e non è necessariamente un male. Poi provi a guardare oltre, e rimane ben poco. Non ci sembri affatto un mostro, caro gIANMARIA, è che ti disegnano così. VOTO: 5-
MODÀ: Nel loro caso, fate prima ad andare a leggere la pagella della prima serata, in caso contrario dovremmo fare un bel copia e incolla, come la loro esibizione di stasera. VOTO: 5.5
WILL: Hai capito Will, con quella faccia da angioletto candido, non si fa mancare una bella marchettata al suo album, d’altronde bisogna pur campare. Stupido di nome, non di fatto. VOTO: 6-