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L’annata 2023 è stata senza precedenti per quanto riguarda il problema della scarsità di acqua

“Nel 2023 a Dogliani sono scesi soltanto 600ml di pioggia e oltre alla scarsità di precipitazioni si sono aggiunte anche temperature record”.
queste sono le dichiarazioni rilasciate nell’intervista rivolta a Marco Devalle, dipendente da quasi quarant’anni della cantina Chionetti Quinto di Dogliani, una delle storiche aziende vitivinicole nata nel 1912 e arrivata alla quinta generazione.

“È stato un anno estremamente difficile, e già nei due anni precedenti era scesa pochissima acqua arrecando gravi danni all’agricoltura. Nel nostro settore vitivinicolo – spiega Devalle – abbiamo cercato di recuperare tutte le acque possibili nelle cisterne per far fronte alle necessità, per poter permettere alle viti piccole di sopravvivere e per poter fare i trattamenti fitosanitari per preservare la vigna dalle malattie.
Per quanto riguarda la lavorazione dei terreni, anche in questo caso, a causa della siccità si cerca di preservare la poca umidità che il terreno può rilasciare senza effettuare particolari arature/rippature del terreno. In questi periodi di grande siccità è fondamentale l’utilizzo dei concimi ammendanti che servono per trattenere l’umidità nel terreno e che evitano di evaporare” conclude sempre Devalle Marco “Quinto mi ha insegnato tante cose e non si stancava mai di ripetere che le viti più vecchie non dovevano essere bagnate altrimenti la pianta si abitua ad avere le radici in superficie e non vanno a radicarsi e a rafforzarsi in profondità. Ho avuto la fortuna di lavorare e crescere al fianco di una persona saggia che mi ha insegnato ad affrontare i problemi quotidiani con preziosi consigli”.

Testimonianze come quelle di Marco Devalle sono all’ordine del giorno e sollevano un grande problema. È impossibile concedere contributi agli agricoltori ogni volta che le precipitazioni sono scarse, senza iniziare a fare qualcosa di concreto per evitare di sprecare l’acqua piovana, e le dispersioni nelle falle degli acquedotti. Servono microinvasi e la regione Piemonte ha inserito numerosi fondi nel PSR (programma di sviluppo rurale) per mantenere l’acqua nelle vasche e in montagna.

Inoltre la Regione Piemonte ha avviato quindi una fase di ricognizione dei danni alle colture subiti nel corso del 2023 con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Le imprese agricole coinvolte, che ritengono di aver subito perdite nelle produzioni vegetali durante il suddetto periodo, sono invitate a presentare le loro segnalazioni ai rispettivi Comuni di competenza entro il 18 aprile 2024.


Lorenzo Devalle, 2C IC Dogliani

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