Tartarughe all’infinito – John Green ⭐⭐⭐⭐
“Perfino il silenzio ha una storia da raccontarti“
È proprio nel silenzio, nei pensieri soffocati che nasce il romanzo “Tartarughe all’infinito”. Uno strillante ossimoro che incatena il sempre più incalzante proseguire del romanzo.
John Green affronta con impressionante dolcezza il mondo della malattia mentale, fondendolo in un romanzo pseudo poliziesco dalle sfaccettature rosa.
Nella calda e temporalesca Indianapolis vive Aza, occhi placidi, animo inquieto ed un turbinio di pensieri.
Devi saper seguire la spirale per poterla conoscere.
“Penso: non ti libererai mai di questa cosa.”
“Penso: non si decide quello che si pensa.”
È John Green stesso che, con abile maestria, rende il viaggio fra le pagine del romanzo una vera e propria esperienza a trecentosessanta gradi.
Il pensiero si dimezza, frapposto fra la realtà e l’irrealtà della condizione che attanaglia la protagonista. Ma allo stesso tempo lascia intravede quegli sprazzi di vita quotidiana, di una classica studentessa di liceo.
Le varie amicizie, i primi amori e le difficoltà di un futuro che pare essere ancora incerto.
Eppure il romanzo non è ancora concluso, arricchito dalla misteriosa scomparsa del miliardario Russell Pickett, padre di Davis.
È proprio il figlio del magnate ad essere uno dei motivi che porteranno Aza a pensare un po’ di meno, interrogarsi un po’ di più.
Forse riuscità a trovare finalmente la forza di accettare quel turbinio incessante di pensieri che l’avvolge ogni giorno.
Un intricato susseguirsi di frasi che le solleticano compulsivamente la mente.
Tartarughe all’infinito oltre ad essere il titolo del testo vuole raccontare una storia.
Alle volte non si riesce a trovare la causa dell’evento e se ne perpetuano incessantemente le conseguenze. Sono solo “tartarughe all’infinito”.
Il peso di un perché alle volte può essere più grave del problema stesso.
La spietata verità del romanzo, l’accettazione senza il diniego. La presa di coscienza di un mostro con cui convivere. Ma anche la forza di non dover scendere a patti con essa.
La consapevolezza oltre il rifiuto. É questa la bellezza del romanzo: una accecante onestà.
La capacità di trovare una bellezza nascosta anche nel più oscuro dei pensieri ed una profonda luce che viene irradiata verso l’esterno.
Leggendo il libro potrai conoscere i lati celati dietro una malattia all’apparenza silente.
Verrai accolto da citazioni, forme d’arte fra le più varie, letteratura di ogni genere.
Un’avvincente storia che permetterà, oltre ad una lettura scorrevole, nonostante l’arduo tema una maggiore presa di coscienza verso un problema da tempo stigmatizzato.
La bellezza è oltre la malattia.
Alle volte é racchiusa nei più piccoli particolari.
Forse è vero, non di può uscire dalla spirale ma se ne può seguire il suo corso come “tartarughe all’infinito”.
“Sono innamorato del mondo“
Maurice Sendak