Alla Mole Antonelliana arriva l’esposizione dedicata al genio di Burbank, che con le sue opere cinematografiche ha segnato indelebilmente l’immaginario collettivo di oltre tre generazioni. La mostra catapulta il visitatore in un’allucinante spirale, a dir poco psichedelica, di mostri gotici e freak sanguinolenti, ossessioni che da sempre permeano l’immaginario dell’artista. Un grottesco e vorticoso tour degli orrori, dov’è possibile incontrare clown velenosi e ragazzetti proto-frankestein dalle lingue attorcigliate e bulbi oculari fuori dalle orbite.

The world of Tim Burton è un esclusivo viaggio ai confini dei paesaggi cerebrali di un vero e proprio genio creativo. Una grande esperienza immersiva e sensoriale nella mente di uno dei registi più influenti del XXI secolo. Suddivisa in nove sezioni tematiche, la mostra, presenta oltre 500 opere d’arte originali, alcune delle quali mai viste prima. Un percorso attraverso cui è possibile navigare nella crescita artistica di Burton, dagli esordi come grafico e illustratore, arrivando fino ai più recenti progetti filmici. In una rocambolesca passeggiata che, tra schizzi, dipinti, fotografie, filmati, storyboard, pupazzi e installazioni scultoree, dà modo di ricostruire l’evoluzione della singolare immaginazione visiva burtoniana. La mostra offre un panorama completo sulla visione autoriale dell’eclettico artista postmoderno, imbastendo una sorta di biografia ‘oggettificata’ grazie alle opere esposte.

The world of Tim Burton non si limita a dare al pubblico un ripasso della filmografia del regista. Infatti i ‘pezzi forti’ della mostra sono costumi, concept-art o maquette creati per progetti poi naufragati e mai realizzati. Ci sono addirittura installazioni e opere in movimento, che col cinema non hanno nulla a che fare. L’esposizione è una sgangherata e assurda, doverosa tappa nella testa di un cultore di film horror e di fantascienza. Un cineasta segnato dai maestri del cinema italiano come Dario Argento, Mario Bava, Federico Fellini e icone come Vincent Price e i classici Universal.

Dolcetto o scherzetto?

Tim Burton è sempre stato attratto dalle festività. Per lui, avendo trascorso l’infanzia nella campagna californiana, occasioni come la Pasqua o il Ringraziamento, portavano animazione all’interno d’un paesino altrimenti segnato dalla noia. Ciò emerge anche nei suoi film: Nightmare before Christmas è un titolo a dir poco emblematico su questo punto. I carnascialeschi personaggi burtoniani sono pronti ad accogliere una festa tenebrosa come Halloween, con la stessa calorosa gioia con cui si aspetta il Natale. Così il pubblico del Museo Nazionale del Cinema ha reagito entusiasticamente all’evento, quasi fosse un regalo anticipato, arrivato però nel periodo più terrificante dell’anno. Trick or Treat? Dolcetto o scherzetto? Sono le parole che i ‘reietti incompresi’, le ‘empatiche creature’ protagoniste degli innumerevoli disegni esposti, pronunciano più sovente nei loro balloon. Un interrogativo questo, che ritorna in maniera ridondante, come un motivetto impossibile da lasciare andare per tutto il percorso di visita.

Un’espressione che, pur nella sua ingenua infantilità, racchiude in sé un tono di sfida, risultando a dir poco provocatoria: “Meraviglia, o morte!”, sembra voler dire. L’obbiettivo della mostra, d’altronde, risulta chiaro: permettere a grandi e piccini di affacciarsi sulle soglie di un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. L’importante è tenere accesa una scintilla di febbrile creatività, nutrendo in modo costante quello stupore caratteristico delle grandi speranze giovanili. In altre parole, per Tim Burton, bisogna ‘riesumarsi’ continuamente, mantenersi in uno stato di sempre rinnovata ‘redivività’. Forse è per questo che il classico di Mary Shelley ristagna così tanto nel lavoro del cineasta?

Una delle attrazioni più interessanti della mostra, non a caso, è proprio l’esatta replica dello studio di Tim Burton. Qui, in preda ad una rapsodica fantasia, progetta scenografie, dipinge e revisiona sceneggiature. Un’officina dove frammenti d’intuizioni e stralci di idee vengono ricuciti in ‘frankesteiniane’ invenzioni seminali pronte a lasciare il segno.

The world of Tim Burton: Da Burbank a Torino

Da sempre legato ad una bambinesca visione dell’oltretomba, il piccolo Burton, occupava la sua adolescenza guardando tantissimi monster-movie o gozzovigliando nel cimitero di Burbank. Eccezion fatta per il museo delle cere di Hollywood, il futuro regista, nella sua giovinezza è sempre stato alquanto estraneo agli spazi espositivi. Solo in età più matura cominciò a frequentare gallerie e pinacoteche, rimanendo stupito da quanto l’atmosfera museale somigliasse a quella dei cimiteri. Entrambi luoghi di silenzio e introspezione eppure pregni di entusiasmo. Mistero e scoperta, vita e morte… Tutto sembrava convergere, sfiorarsi per un attimo in questi posti, apparentemente agli antipodi, ma che al contempo condividevano la sacrale missione del custodire.

Così la mostra, concepita come museo itinerante nel 2008 su proposta del MoMA, ha già attraversato diverse metropoli, tra cui New York e Kuala Lampur. Progettata assieme alla curatrice Jenny He, e riadattata per il Museo del Cinema di Torino dallo stesso direttore Domenico De Gaetano, l’esposizione sembra essere una vera e propria carovana ambulante. Come i sacerdoti del passato girovagavano per il mondo esponendo santissime reliquie, resti e oggetti di personaggi al limite del divino, Tim Burton migra da un continente all’altro portando il suo scrigno delle meraviglie.

The world of Tim Burton: a Torino la mostra dedicata al genio del cinema

Informazioni per la visita

La mostra resterà alla Mole Antonelliana fino al 7 aprile 2024. Il biglietto d’ingresso si può prenotare sul sito ufficiale del Museo del Cinema di Torino, con diverse opzioni di visita e prezzi (intero: 15€ per museo + mostra, 20€ per museo + mostra + ascensore panoramico).

The world of Tim Burton è un’esposizione adatta a tutta la famiglia e offre un’esperienza spettacolare ed emozionante, a metà tra la commedia e l’horror. L’ideale per tinteggiare con un po’di follia, e uno spiccato gusto per il weird e il fantastico, il periodo festivo.

Luca Delpiano
Vedo Film e ogni tanto ne scrivo. A volte faccio cose che si possono guardare. Morirò.

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