Lasciare la propria comfort zone fa bene, come riconoscere quando è necessario uscine.

“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.”

(Neal Donald Walsch).


Uscire dalla propria comfort zone ogni tanto fa bene, ma ciò non vuol dire abbandonarla del tutto, anzi. Avere dei posti sicuri in cui rifugiarsi è sempre funzionale.
La comfort zone viene definita dalla psicologia comportamentale come: “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costanti e senza percepire un senso di rischio”. Rimanere all’interno di essa ci fa sentire al sicuro, a nostro agio, insomma, ci fa stare bene.

Perché dunque dovremmo esporci all’esterno e quindi ad uno stato di ansia e un alto livello di rischio?


Sono molteplici le situazioni in cui potremmo trovarci a compiere una scelta, rischiare o rimanere al sicuro: lasciare il lavoro che non ci piace, cambiare percorso di studi, interrompere una relazione che non funziona. Spesso finiamo per stilare una lista, immaginaria e non, dei pro e contro delle due possibilità, continuando così a ritardare la decisione.

Non uscire dalla comfort zone per molto tempo può diventare una vera e propria trappola che ci costringe nel condurre una vita abitudinaria, prevedibile, monotona e priva di nuovi stimoli e nuove esperienze. Il rischio è quello di rimanere in una situazione di stallo in cui non si cresce e non si cambia.
Solo uscendo dalla nostra comfort zone abbiamo la possibilità di crescere ed imparare. Trovandoci di fronte a nuovi stimoli siamo costretti a metterci in gioco, sperimentando parti del nostro sé che fin a quel momento erano rimaste nell’ombra e approfondendo invece quelle che per ora non erano ancora state comprese del tutto.

Challenging

Non esiste una traduzione letterale in italiano per questo termine, ma credo sia il più adatto da usare per descrivere il passaggio dalla nostra comfort zone ad un nuovo ambiente. Questo processo non sempre facile e lineare, e neanche immediato, richiede molto coraggio e rischio, anche consapevolezza del poter fallire, di incontrare ostacoli e complicazioni. Tutto ciò è challenging.

Compiere il passaggio dal noto all’ignoto è sicuramente una sfida che ci porta ad osare, a rischiare ed agire. Una sfida che ci impone il cambiamento. Non è sicuramente nella zona di comfort che troveremo il successo lavorativo/scolastico, la crescita personale, una vita migliore e allora vale la pena tentare.
Nel compiere questo passaggio è importante però procedere per piccoli passi e con molta consapevolezza. L’ultima cosa che ci serve in questo momento è un eccessivo accumulo di stress!
Dobbiamo invece ricordarci che l’obiettivo è sempre rivolto a noi stessi, non dobbiamo uscire dalla comfort zone perché qualcuno ci ha detto di farlo, dev’essere qualcosa che parta dall’interno, con il solo scopo di aumentare il nostro stato di benessere, è questo che abbiamo ripetuto fino ad ora, no?

Cosa possiamo fare allora, nel concreto, per uscire dalla nostra zona di comfort?

Spesso ciò che ci spaventa corrisponde a ciò che vogliamo fare nella vita. Ciò vuol dire che la nostra zona di comfort è esattamente l’opposto, uscirci vorrebbe dire incontrare la paura del fallimento del non riuscire nei nostri obiettivi effettivi. Affrontare piccole sfide, piccole paure, quotidianamente può aiutare ad uscire da quella che è la nostra routine. Ciò che conta è ricordare di prendersi il proprio tempo, non c’è fretta, l’importante è essere consapevoli della necessità di cambiamento.

NoSignal Magazine

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