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6. CHE IO MI AIUTI, BRESH

Per quanto riguarda il nostro caro stivale, salvo rare eccezioni, chi ha ancora qualcosa d’interessante da tirare fuori appartiene alla scena indipendente, o non si è ancora drogato di successo e dischi di platino da appendere al muro. O almeno di solito è così. Andrea Brasi, in arte Bresh, non fa eccezione, e finalmente si fa notare con un album tranquillamente candidabile a disco dell’anno nella sua categoria. Rapper atipico, e dunque genovese (vale anche il contrario), interessato più a narrare la sua Genova e cosa ha rappresentato per lui nel corso della sua vita e carriera finora. Le metafore al gusto di porti e navi si accompagnano perfettamente a quel sound malinconico tanto caro alla sua vecchia repubblica marinara. Per fortuna c’è ancora chi ci risparmia catene d’oro, glock mai usate e droghe sintetiche utili per arrostire neuroni già affumicati da una scena trap che dovrebbe smettere di scimmiottare gli americani.

Che Io Mi Aiuti è un album maturo, zeppo di virtuosismi e flussi di coscienza brillantemente trasposti in musica, che ci riconcilia con le nostre origini, difficili da esaltare, mai da condannare.

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