Manco è iniziato Febbraio e già la console war si infiamma sul fronte orientale.
Sarà che è il mese delle scatole di cioccolatini cuoriformi e delle forti passioni, ma a quanto
pare Sony ha preso sul serio gli ultimi movimenti della sua storica rivale.
Sebbene si parli di ordini di grandezza differenti, l’acquisizione di Bungie per 3.6 miliardi
di dollari pare sia la prima contromossa di Sony alla mastodontica presa di posizione di
Microsoft, sebbene sia stato dichiarato che non si tratti di una risposta diretta all’acquisto di
Activision.
Scaramucce. Adorabili, ma scaramucce.
Sembra che le trattative fossero talmente segrete che persino i dipendenti Bungie abbiano
appreso la notizia da Jason Schreier, giornalista di Bloomberg, che tentava di anticipare la
notizia dell’acquisto.
Probabilmente in periodo di “guerra”, tenere certe notizie il più segrete possibile aiuta nel
mantenere il mercato stabile.
I sonari di tutto il mondo hanno sicuramente esultato per la notizia, ma rimaniamo lucidi.
Pete Parsons, presidente di Bungie, e Jim Ryan, CEO di SIE (Sony Interactive Entertainment), hanno presentato la
trattativa con grandissimo entusiasmo al mondo videoludico come occasione di crescita ed
espansione sia per Sony che per lo studio di Bellevue.
Bungie rimarrà uno studio multi-piattaforma (quindi tranquilli amici di Microsoft) con ampia
autonomia decisionale: da quello che emerge, Bungie sarà una filiale indipendente di SIE
gestita dall’attuale CEO Pete Parsons e dal resto del team di gestione dello studio.
Tre miliardi di dollari ben spesi?
Cercando di leggere tra le righe, dopo la perdita di Activision e Toys For Bob (Call of Duty,
Spyro e Crash Bandicoot, mica brustoline), Sony ha cercato di appropriarsi di uno studio che
avesse un’ampia community attiva sul mercato.
Destiny 2 va ancora fortissimo e necessita di ulteriore supporto da parte di Bungie: credo
abbiano pensato “abbiamo perso Call of Duty, assicuriamoci uno shooter di pari livello, se
non superiore”.
Non dimentichiamo che Bungie è la mamma di Halo, uno di quei titoli che muove le masse;
inoltre, avere il supporto creativo di SIE può garantire allo studio la possibilità di espandere
l’universo di Destiny (nuovi DLC? Destiny 3?) e creare nuovi titoli in piena indipendenza.
D’altro canto Sony, può raggiungere una nuova fetta di utenti, attivi e non, investendo in uno
studio che ha fatto del community management la propria specialità.
Il colpo è forte, ma non è tutto: Jim Ryan rincara la dose affermando che è solo la prima di
una serie di “carte” che Sony vuole giocarsi. Da appassionati non possiamo nascondere
l’entusiasmo di fronte a questi eventi: la console war, quella vera e non quella a colpi di insulti sui social, è sinonimo di crescita, il contrario della stagnazione tanto cara al Miyazaki di From
Software.
Sony c’è e sembra voler ribattere colpo su colpo. Si prospetta un febbraio infuocato
dall’amore videoludico e su questo voglio lanciare una provocazione: e se Bungie,
proponesse un “nuovo Halo” pubblicato su Playstation? Ovvio Halo è proprietà di Microsoft, quindi è impensabile averlo sulla piattaforma Sony, ma è lecito sognare un nuovo titolo, un nuovo nome, ma di egual importanza.
Avere sogni non costa nulla.
Chi l’aveva memata per settimane, dovrà ricredersi: Sony è viva.