Categorie
Poliziesco, Thriller
Voto
⭐⭐⭐⭐⭐
La recensione
“Billy Summers”, chi sei veramente? Chi sei per tutto il mondo? Qual’è la tua vera identità? Perchè forse non lo sai più neanche tu. Billy Summers di Stephen King, edito da Sperling & Kupfer racconta la storia di un classico ragazzo, un po’ sfortunato, americano che ha scelto la strada in salita.
Come si potrebbe mai concludere la carriera di un sicario, se non con l’ultimo colpo. I presupposti per un colpo da maestro ci sono tutti. La vittima è una persona cattiva (l’etica di Billy impone che la vittima debba essere una persona spregevole), il punto da cui partirà lo sparo è ottimo e le vie di fuga sono ben disposte. C’è un solo inconveniente, il tempo che sfortunatamente non è tiranno, anzi è fin troppo permissivo, tanto che il sicario per aspettare la sua preda e per recitare la parte dello scrittore inizia davvero a scrivere della sua vita passata e di come dall’arma dei marines sia arrivato ad essere “un netturbino con una arma in mano”.
Ed è qui che il protagonista prende un granchio, inizia a piacergli quella vita fasulla che si è costruito. Summers o forse lo dovremmo chiamare Lockridge è un uomo schietto, veloce e preciso, ma che non ama lasciare tracce del suo passaggio. Ma questo ultimo colpo gliene farà lasciare parecchie e anche profonde, sia nei suoi fittizi colleghi, che nel suo fittizio vicinato. Quella che sarebbe potuta essere stata una bella vita viene cancellata da una carambola di proiettili e bugie. Mandanti che fanno da intermediari, intermediari che finiscono in sacchi neri e scelte discutibili.
«Forse meritava di soffrire, ma quando fai del male a qualcuno, ti resta una cicatrice. E la cicatrice è nella tua mente. Nel tuo spirito. È giusto che sia così, perché fare del male a qualcuno, uccidere qualcuno, non è una cosa di poco conto. Lasciatelo dire da chi ha una certa esperienza in materia.»
“Billy Summers” è un poliziesco, di una complessità meccanica, un continuo intreccio di trame, personaggi e storie. Rendere umano un sicario non è sicuramente semplice, e se si riesce anche a renderlo un protagonista con cui empatizzare, condividere le sciagure e perchè no, anche soffrire allora si è fatto un All-in vincente. King, come sempre è riuscito a creare un intreccio degno del nome che porta, disegnando una trama complessa e semplice da seguire dal risultato sorprendente. La vita di un solitario viene snocciolata mano a mano da tutti i personaggi che come piccole isole creano ponti con la nave alla deriva che è in lui. Quello che per fisiologia è un nemico tra le pagine di questo romanzo diventa non solo il personaggio principale, ma anche l’eroe ideale, un giustiziere che automaticamente diviene senza macchia.
La Matrioska che è questo ultimo romanzo decanta quanto sia ancora fervida e potente la mente e la penna di Stephen King e come non riesca a non Autocitarsi (infatti si lascia scappare un piccolo riferimento ad un suo altro capolavoro, Shining) ma glielo perdoniamo.
Come perdersi nella vita di una persona “incasinata”. Infondo chi non lo è. Beh forse Summers lo è un po’ di più di noi tutti. Ma è pur sempre un umano che prova a fare del bene nell’unico modo che conosce. La storia orbita attorno a una persona che non è nessuno. Orbita attorno a una serie di conti bancari, di identità fasulle, di vite mai vissute, e l’unica che ha vissuto veramente è stata piena di dolore, per la perdita della sorella in giovane età, per la perdita della madre tossicodipendente e per la perdita di ogni legame con chiunque al di fuori dei marines e per la perdita anche di questi.
Inizialmente non è facile empatizzare con una persona che si finge stupida, che recita H24 per paura di lasciare una feritoia al nemico da cui potrebbe fare breccia. Ma mano a mano che la conosciamo questa persona scava nella nostra indifferenza proprio per la sua gentilezza e genuinità che non può mostrare agli altri, sia per paura di ferirli che per paura di ferire se stessa. Siamo un po’ tutti come Summers, delle piccole conchiglie in un mare incontrollabile, dove se ci si apre un pochino si rischia di incontrare il predatore che in un sol boccone fa di noi polvere o delle insulse statue di sale.
L’autore
Stephen King nasce a Portland nello stato del Maine (USA) il 21 settembre1947. Ha un’infanzia complessa e una adolescenza simile, sino a quando non si appassiona alla scrittura. Conosce le opere di Edgar Allan Poe e se ne innamora. Studia e conosce quella che sarà la sua futura moglie Tabitha, la sua prima grande Fan e colonna portante. Dopo aver pubblicato Carrie, il suo primo romanzo, la fama di King si diffonde e continua instancabile a crescere e a consolidarsi. Viene proclamato re del genere Horror (anche se a parer mio è molto più profondo). Tra i tanti suoi romanzi possiamo trovare IT, Shining, Pet Sematary, Il miglio verde (e tanti altri). Ad oggi si contano circa 80 suoi romanzi, ma sembra che il buon King non si voglia ancora fermare!