Su Nosignal Magazine un episodio speciale della rubrica curata da Julia Magrone Julia vs Juuliam__: Il mondo attraverso i miei occhi. Che ci porta sul red carpet dell’80^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia
Vivo da sempre settembre come il mese delle ripartenze, ho associato tante volte la parola «ripartenza» a qualcosa di negativo, o meglio di noioso. Quest’anno, invece, ho atteso in maniera così intrepida l’arrivo di settembre. Già durante il mese di agosto immaginavo come sarebbe stato ripartire, riprendere in mano la mia routine lavorativa. Il mio settembre non sarebbe potuto iniziare in modo migliore se non con la Mostra del Cinema di Venezia: quando ho saputo che ci sarei potuta andare sono sobbalzata di gioia.
Non ricordo quanto ve ne abbia già parlato, ma la recitazione è tornata a far parte della mia vita da un po’ ormai, e a inizio estate ho avuto la possibilità di girare un cortometraggio con Rai Cinema e One More Pictures, A voce nuda, che sarebbe stato presentato in anteprima a Venezia. La notizia del cortometraggio già di per sé mi ha resa incredibilmente felice appena l’ho saputo, ma quella di Venezia mi ha fatto morire di goia. Ho tardato a scrivere questo episodio perché ho voluto godermi la giornata e raccontarvela solo dopo averla elaborata per bene, cercando di portarvi con me sul red carpet di Venezia 80.
Sono arrivata al Lido insieme agli altri attori del cast il 5 settembre. Inutile spiegarvi l’agitazione che ho avuto nel pensare che avrei potuto perdere il treno, la valigia, i vestiti, gli accessori… la testa! Ero talmente entusiasta che avrei potuto perderla davvero. Nelle tre ore e mezza di treno che mi hanno portata ha Venezia ho finito di leggere Il potere di credere in te, un libro che non riuscivo a terminare, probabilmente perché il titolo e il contenuto mi spaventavano. Il fatto di averlo finito mentre stavo andando alla Mostra Del Cinema l’ho interpretato come una specie di segno, forse dovrei credere di più in me, forse a 22 anni sarei dovuta andare fiera di quel traguardo.
Arrivata in hotel, per la prima preparazione prima dello sbarco al Lido, abbiamo avuto problemi di corrente, il che ha decisamente rallentato la mia preparazione e aumentato la mia ansia: la barca stava per partire e io ero ancora in vestaglia. Come primo approccio devo ammettere che è stato piuttosto elettrizzante. Fortunatamente il cast non è partito senza di me e siamo arrivati al Lido, dove ci hanno accolto decine o forse centinaia di fotografi. Dopo foto di ogni genere avevamo la conferenza stampa di presentazione del cortometraggio, in cui tutto il cast e la stampa hanno presenziato e fatto degli interventi. Il tema del cortometraggio è molto delicato, si parla di sextortion, ovvero l’estorsione sessuale via web. Il mio ruolo all’interno del film è quello della bulla, che come ho già detto nelle interviste ufficiali è stato per me rivelatorio: mi sono potuta ritrovare nei panni di un personaggio tanto lontano dalla vera me.
Dopo la conferenza stampa abbiamo fatto un veloce light lunch (letteralmente, perché durante le interviste tutti i partecipanti hanno finito il buffet e il cast è rimasto senza). Verso metà pomeriggio siamo tornati con la barca in hotel per una seconda preparazione, poiché la sera ci sarebbe stata la prima del cortometraggio e il red carpet di tutto il cast. Devo ammettere che in quel momento l’ansia è iniziata a salirmi, durante la preparazione ho ordinato il room service per evitare di svenire e dopo aver indossato tutti i gioielli, il vestito e le scarpe mi sono detta: «Ok, è il momento di credere in te, la Julia di questa mattina, in treno, vorrebbe questo”.
Ho preso il vestito dallo strascico per evitare di inciampare e sono salita insieme agli altri sulla barca che ci avrebbe portati all’Excelsior. Una volta arrivati, prima del red carpet abbiamo nuovamente fatto qualche foto, dopodiché siamo entrati in sala per la prima. Tutta la sala guardava noi, ci applaudiva. Ci hanno fatto salire sul palco prima della visione e in quel momento ne ho avuto la certezza: voglio fare questo, da grande. Non avevo mai vissuto una tale sensazione di appagamento, e credo che, comunque vada la mia vita, me la ricorderò.
Il montaggio del corto, la gente che ci applaudiva e le luci su di noi mi hanno emozionata, ho pianto un po’ come al mio solito, ci siamo presi i complimenti e siamo andati in Lounge Campari per la cena. In quel momento mi è scesa tutta la tensione, mi sono divertita e insolitamente ho bevuto ben due spritz. Avevo persino dimenticato di avere dei tacchi 12 indossati da oltre sei ore. Credo che la felicità sia un concetto instabile, fatto di attimi, momenti volatili: ma il 5 settembre 2023 ero una donna felice.
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