Tema in classe

Arianna 5C

Due anni fa ho conosciuto Alp, il mio migliore amico. 

Alp è arrivato da noi in seconda e il primo giorno di scuola, siccome eravamo vicini di banco, mi ha raccontato che prima andava in una scuola a Mirafiori, ma che ha dovuto cambiare quartiere perché è nata la sorellina e la casa vecchia era troppo piccola. Ricordo che io non sapevo cosa fosse Mirafiori e lui mi ha spiegato che è un quartiere di Torino a sud della città. La mattina dopo andando a scuola ho chiesto a Clara, la mia babysitter, in che zona abitassimo noi e lei mi ha risposto: «Barriera, Barriera di Milano».  Non ho mai capito perché a Torino c’è questo quartiere che si chiama Barriera di Milano, dato che siamo lontani da Milano. Comunque, quella mattina ero contentissima di sapere il nome del nostro quartiere così sono corsa da Alp e gli ho detto: «Qua siamo a Barriera di Milano! Che però comunque è a Torino eh, non Milano». Lui mi ha sorriso come se avessi detto qualcosa di stupido: sembrava ne sapesse più di me. Comunque mi ha ringraziato sorridendo e io sono rimasta davvero sollevata. 

Alp viene dalla Turchia, da Istanbul. Lui dice che è una città grandissima, come venti volte Torino, e ha un largo canale che la attraversa che si chiama Bosforo. Alp parla sempre di Istanbul e delle abitudini turche e cattura la mia curiosità con i suoi racconti; ho imparato che in Turchia non ci sono le chiese ma le moschee come in Marocco, il paese della mia amica Aaza, e che c’è un signore Muezzin che chiama a pregare i credenti. Poi so anche che si mangiano tantissimi dolci con il miele e la frutta secca e che Alp significa «Eroe» in turco.  Io e Alp andiamo spesso al parco Peccei dopo scuola e a volte ci raggiungono altri due miei amici, Marco e Luisa, che ora vanno in un’altra scuola. Tuttavia, Il parco è uno dei nostri posti preferiti, mio e di Alp intendo, non perché giochiamo e corriamo, ma perché possiamo guardare le persone sui balconi dell’edifico giallo e di quello grigio che ci sono là davanti. Di solito ci sediamo sul muretto alto, osserviamo e ci chiediamo che storie hanno quelle persone, perché sono là, e quali poteri hanno. Mia sorella Anna dice che siamo dei bambini sfigati che non sanno giocare e si divertono a fissare gli altri e io mi offendo un po’ ma provo a fare finta di nulla. Tanto la mamma poi la riprende sempre quando mi dice cattiverie. 

Il luogo che preferiamo in assoluto, comunque, è il negozio di Alp. È là che abbiamo cominciato a guardare le persone e le situazioni del nostro quartiere. Quando si sono trasferiti, la sua famiglia ha aperto un negozio turco in corso Giulio, il Bereket Market. Bereket in turco vuol dire abbondanza e devo dire che è proprio il nome giusto dato che dentro ci sono scaffali pieni di bibite, freezer con formaggi di diversi tipi e yogurt, dolci, biscotti, caramelle che non avevo mai visto, il pane buono, i ravioli turchi e un milione di tipi di semini e sottaceti. «Per piacere ragazzi, smettetela di nascondere le caramelle tra i barattoli o giocare a nascondino tra gli scaffali», ripete spesso Il padre di Alp. Noi abbiamo sempre giocato e riso un sacco fra le corsie finché un giorno il signor Kaan non è arrivato con una sdraio presa dalla soffitta e ci ha detto: «D’ora in poi, se volete venire in negozio niente più giochi, dovete aiutarmi con gli scatoloni e quando non ho bisogno dovete sedervi qua. Tanto siete piccoli, ci state benissimo entrambi. Potete chiacchierare ma mi raccomando, se entrano dei clienti non fate troppo chiasso, intesi?». Noi abbiamo annuito anche se io all’idea di spostare tutti quei barattoli non ero molto entusiasta.  Presi dallo sconforto per qualche mese siamo andati al parco ma iniziato l’inverno e tantissimi giorni di pioggia, abbiamo ricominciato a tornare in negozio che, tutto sommato, era più divertente che andare a casa. La sdraio ci aveva aspettato tutto settembre e ottobre e noi abbiamo scaraventato le nostre cartelle dietro il bancone e l’abbiamo provata. Non eravamo poi così piccoli come diceva il sig.Kaan e proprio mentre stavo per cadere a terra è entrata una cliente e Alp mi ha stretto il polso e ha indicato la signora che aveva appena varcato la porta: «Quella è la signora Olcay, si dice che sia in grado di far scomparire e ricomparire chiunque e qualunque cosa voglia. Shh! Stai ferma che magari ti sente e non le piaci». La signora ci ha guardati di sfuggita per poi andare verso i baklava, un’intenditrice, ho pensato! Ha preso ben 250g di baklava, del caffè turco, dei mantı (cioè i ravioli turchi), lo yoğurt e concentrato di pomodoro per condirli. Aveva il carrello pieno mentre girava tra le corsie eppure arrivata alla cassa tutto è sparito. Ha pagato solo le baklava, ha chiesto al signor Kaan come stesse e uscendo ha salutato. Io ho detto ad Alp che la signora era sicuramente una ladra e che aveva messo tutto sotto il vestito ma Alp ha continuato a sostenere che la signora Olcay fosse una maga e le cose che toccava lei scomparivano per poi ricomparire dopo qualche giorno in negozio, perciò, non c’era da preoccuparsi. Ha detto che l’aveva imparato a sue spese e che tutto sarebbe tornato al suo posto.  Quel giorno sono uscita dal negozio senza credere a ciò che mi aveva detto Alp e ho pensato solo che avrei fatto vedere a lui e al signor Kaan che razza di ladra fosse quella signora strega tutta elegante. 

alp
Il mio migliore amico Alp e la magia del Bereket

Siamo andati in negozio anche il giorno dopo, il seguente e così via per mesi. Alp non veniva sempre perché aveva spesso la sinusite, ma ogni due giorni andavo io a casa sua a raccontare le scene sempre più magiche del Bereket.  A venerdì alterni passava in negozio il camion con i rifornimenti che su Corso Giulio faceva quasi sempre un incidente con il quattro. Signor scatolone, come lo chiama Alp, portava degli scataloni che, già mentre aiutavo il signor Kaan a scaricare, mi sembravano strani. Lasciavano una scia verde e quando li posavo non toccavano terra ma fluttuavano. Non capivo come il signor Kaan potesse non accorgersi di nulla e sono stata quasi tentata di chiedere cosa ci fosse dentro a queste scatole ma poi ho capito che lui non vedeva ciò che vedevo io. Forse era qualcosa di normale per lui?Per fortuna Alp mi ha poi spiegato che, secondo la leggenda, gli scatoloni dei venerdì alterni contengono ogni cibo che si possa desiderare e fluttuano fino a quando non si trovano davanti qualcuno che desidera con tutto il cuore un cibo del suo paese o un piatto che non mangia da molto tempo.   Per ben ventiquattro giorni non ho mangiato il tiramisù della mamma, sperando che una bella scatola di tiramisù arrivasse al Bereket e mi cadesse davanti ai piedi, ma non è capitato mai. Alp diceva che non funzionava così: «Le scatole mica si fanno fregare da te! E poi è sono turche che ne sanno del tuo tiramisù». Non aveva tutti i torti. Allora ho smesso di dire di no al tiramisù sennò poi magari la mamma cominciava a pensare che non mi piaceva più e poi era un vero disastro stare senza. 

In primavera, mentre la sinusite di Alp passava e potevamo vederci tutti i giorni, ci pensava mia sorella a rovinarmi la giornata. “Ma tu e quell’altro nano nemmeno nella stagione più bella, dove finalmente si può stare all’aperto, riuscite a uscire e farvi degli amici? Siete proprio dei topini da laboratorio… anzi, da Bereket”. Quella saccentona non sapeva che al Bereket la primavera è la stagione del Konrul.  Il Konrul è un uccello mitologico della Turchia, gigantesco. In primavera riposa, a differenza degli altri uccelli, e lo viene a fare al Bereket. Durante l’inverno è occupato a crescere i suoi cuccioli, cercare provviste, aiutare gli uomini delle foreste e, secondo me, aiuta pure il signore Gianni con il bastone, che incontro sempre al semaforo mentre vado a scuola e la signora Luisa con il carrellino pieno di verdura che va prendere a porta pila. Comunque, a essere sinceri, l’arrivo del Konrul è l’evento che preferiamo della primavera perché quell’uccello è veramente intelligente e a noi, che abbiamo ancora problemi con le divisioni, serve parecchio con tutti quei compiti di matematica che abbiamo sempre a Pasqua.  La primavera mi piace anche perché c’è il mio compleanno, il ventidue maggio. Quest’anno farò una festa e avrei tanto voluto avere specialità turche da far assaggiare a tutti i miei amici ma purtroppo il signor Kaan mi ha detto la scorsa settimana che deve chiudere il negozio. Alp è davvero triste per questo e io pure, spero che non sia perché non vendono abbastanza o magari perché quella strega della signora Olcay continua a rubare: ancora non sono riuscita a incastrarla, mi sa che è davvero magica proprio come le scatole e il Konrul.

Comunque, spero che il Bereket riapra, magari ancora più grande. Nel mentre io e Alp continuiamo a guardare le persone sui balconi e cercare di vedere se anche fuori dal Bereket, in quartiere, succedono fatti magici. Magari prima o poi riuscirò a far capire a quell’antipatica di mia sorella cosa si perde a non guardarsi attorno davvero. 

p.s. La prego maestra non dica del Konrul alla maestra di matematica. ♦︎


Illustrazione di Alejandra Viviana Furlani

Marta De Cesare
Ciao a tutti! Sono Marta :) Mi piace il teatro, la musica che racconta, la scrittura creativa e giocare con la fantasia. Ah si, anche l'acqua, il verde, gli oggetti artigianali. Poi gli sguardi e i movimenti degli altri con le mani. Filastrocche, melodie e di profumi le botteghe. Ho una casa di ricordi e un balcone di parole sincere.

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