Dopo il Libro 1° che ha brillantemente introdotto i personaggi principali e le motivazioni che muovono questa serie, DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2° alza l’asticella portando il suo pubblico nel vivo dell’azione. Fra complotti e intrighi di palazzo c’è una guerra da fermare e un grande nemico da sconfiggere.
Per evitare spolier, foste interessati alla serie, le mie impressioni sulla prima stagione e sulla relativa trama le trovate qui. Brevemente però si può dire che l’apertura di questo secondo Libro sia direttamente seguente agli avvenimenti del 1°; nessun salto temporale fra le due stagioni . Qui gli eventi messi in moto sul finire della stagione precedente, cominciano a mostrare tutta la propria forza, distruttiva in certi casi.
Piccolo approfondimento su DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2°
Partendo dalle buone fondamenta della prima stagione, DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2° riesce a migliorare in quasi tutto; la storia si fa più complessa aggiungendosi una sottotrama importante, Davion (il protagonista) matura, anche nella “relazione” con il drago Slyrac. La guerra tanto temuta nella prima stagione è ora realtà ed è raccontata al meglio con la giusta tensione. Alla guerra però, corrono parallelamente i giochi di palazzo alla corte dell’Helio Imperium cui con sostanziale renitenza, ha fatto ritorno la principessa (auto) esiliata Mirana; questa è probabilmente la parte meglio raccontata dell’intera stagione e i colpi di scena sono costruiti con cura, come molti dei luoghi e dei personaggi che vediamo rappresentati.
I molteplici archi narrativi, che sul finale convergono in maniera coerente, sono tutti ben scritti e a rappresentarli visivamente al meglio ci pensano il buon lavoro alla regia, un montaggio che non si discosta dal classico per questo tipo di racconti e una maggior cura nelle animazioni (rispetto alcune caotiche scene della stagione precedente), fanno degli otto episodi di cui si compone la serie, un lavoro convincente. Un grande aiuto lo da la colonna sonora di Dino Meneghin che conferma quanto di buono si è ascoltato in precedenza.
DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2° è una stagione su cui non c’è da dire molto di più, senza incorrere in spolier; è un bel lavoro sostenuto da emozioni calibrate e personaggi che nel loro complesso sono ben scritti e ve ne sono alcuni con cui è facile empatizzare. Non tutto, però ha girato nel modo giusto con errori portati direttamente dal Libro 1°.
Chiacchiere da bar
Questo Libro 2° mantiene sempre alta l’attenzione del pubblico, particolarmente nei frangenti di combattimento e in alcune scene in cui i dialoghi svolgono un ruolo essenziale per la comprensione del tutto ma c’è un ma. Il convincente lavoro sulle vicende e sui personaggi, sembra non essere stato fatto su tutti; abbozzare le caratteristiche psico-fisiche di un personaggio non è un errore, è una scelta comprensibile nei casi di un personaggio minore, quando si vuole concentrarsi sui personaggi principali e sulle relazioni fra di loro. Il vero problema è che in DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2° questo succede con Mirana e con la sua relazione con Davion; il personaggio della principessa è quello che si porta dietro i maggiori problemi dalla stagione precedente. Mirana ha atteggiamenti di una schizofrenia imbarazzante, ci sono molteplici casi di personaggi combattuti ma qui parliamo proprio di uno squilibrio forzato. La si vorrebbe una donna combattuta ma tutto quello che ne esce è un personaggio macchiettistico che spazia dalla donna forte e temeraria a quella preda di numerosi dubbi e turbe. Luna, quasi la controparte di Mirana, (anche lei rappresentata come un personaggio in crisi continua) è realizzata molto meglio, con più attenzione. Certo, è impossibile vedere un vero e proprio cambiamento da una stagione all’altra se manca un salto temporale considerevole, ma provare a rimediare, quello lo si poteva fare. La relazione fra Mirana e Davion sembra poi tenuta su con la gomma da masticare e, spoiler, non migliorerà granché nell’ultimo libro.
Concludendo
DOTA: Dragon’s Blood – Libro 2° si guarda con rapidità e attenzione costante anche se alcuni aspetti continuano a non convincere completamente. Non può bastare un bel lavoro sugli scenari, sulle caratterizzazioni dei personaggi e sulla colonna sonora, per rimediare a certi errori in altri aspetti importanti. Il Libro 3° concluderà un percorso al momento un po’ sconnesso ma non troppo accidentato.