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5. THE SLOW RUSH, TAME IMPALA

Non siamo sicuramente sui livelli di Lonerism e Currents, dischi non troppo vecchi, ma già degni di essere appellati cult. Sintetizzatori, riverberi infiniti e atmosfere sognanti sono sempre stati il marchio di fabbrica di Kevin Parker, un artista che ha scelto di vivere nel suo universo musicale parallelo e di portarci ogni tanto la sua musica come souvenir. E’ incredibile come riesca tranquillamente a conciliare un’anima pura e psichedelica con ciò che richiede oggi il mercato discografico, fatto generalmente di composizioni usa e getta buone per radio e balletti tiktokiani, eppure The Slow Rush ci ribadisce ancora una volta la possibilità di sperimentare un sound senza tempo.

Immaginare di dover fare a meno delle opere di Tame Impala potrebbe già essere considerato motivo di ergastolo, per fortuna non corriamo nessun pericolo.

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