Mors tua, vita mea?

Siamo, noi piccoli umani, in grado di porre fine alla vita sulla Terra?

La più grande, innata, fonte di paura che tutti noi condividiamo è la prospettiva della morte. Da sempre l’uomo, però, si consola con l’idea di un al di là o con il pensiero di essere ricordati, di lasciare una discendenza o di aver lasciato una propria traccia nel mondo.

Noi, piccoli uomini, come possiamo però consolarci di fronte alla prospettiva di un’estinzione? Di un evento apocalittico? Non parlo di superstizione religiosa ma di una reale e concreta prospettiva per il futuro, l’idea di un annichilimento su scala globale.

Avete mai sentito parlare della teoria del grande filtro? È una possibile spiegazione al paradosso di Fermi che si chiede perché non abbiamo ancora trovato tracce di vita al di fuori della Terra. Se ci fosse, dietro l’angolo, una scoperta scientifica capace di produrre l’arma definitiva, di spazzare via interi pianeti, insomma di estinguere intere civiltà… in tal caso è possibile che qualche specie aliena sia esistita in passato… ma non ce ne sia più alcuna traccia. E questo potrebbe essere successo più di una volta.

Quante volte siamo stati sull’orlo di una guerra con armi di sterminio di massa? Siamo in grado di emettere onde radio nello spazio da meno di un secolo, se ci estinguessimo tra altri 100 anni per il cambiamento climatico o per una qualche guerra apocalittica? In tal caso gli alieni non saprebbero mai della nostra esistenza. E lo stesso può avvenire al contrario. Magari ai tempi di Giulio Cesare c’era un pianeta intorno a una stella lontana che pullulava di vita e ci sparava disperatamente messaggi d’amicizia che noi non eravamo in grado di captare. Poi un qualche politico alieno ha premuto il grande bottone rosso e puff. Tutto finito. Niente più alieni.

Critichiamo spesso l’umanità per la sua capacità di distruggere sé stessa e l’ambiente in cui vive ma le civiltà aliene potrebbero essere anche peggiori di noi in questo. E so che in questo momento chiunque fra voi avrà in testa le armi nucleari ma non è ciò di cui parlo.

Ave Gea, morituri te salutant

Facciamo finta che settimana prossima scoppi una guerra nucleare su larga scala. Certo l’umanità sarebbe decimata ma non si estinguerebbe! Esistono bunker, rifugi, sistemi anti-missilistici per prevenire gli attacchi e rimarrebbero comunque zone remote del mondo che nessuno si prenderebbe la briga di bombardare ma pur sempre con qualche migliaio di umani che alla fine sopravvivrebbe!

Sopravvivrebbero gli equipaggi di alcune navi e aerei, i potenti del mondo trascinati sottoterra in salvo dalle loro intelligence, i ricercatori delle basi in Antartide… Insomma, sarebbe una catastrofe immane ma non un’estinzione. E dopo qualche anno gli effetti delle radiazioni saranno ancora presenti ma non più così intensi da impedire la vita ovunque, qualche posticino per piccole colonie di persone si salverebbe.

Supponiamo di poter ricoprire di fuoco e fiamme l’intera superficie del pianeta e che nessun bunker sia al sicuro dalla nostra forza distruttrice. Ora sì che abbiamo estinto gli umani salvo forse una decina di astronauti che però non dureranno molto senza rifornimenti.

Questo però non potrà mai neanche avvicinarsi a spazzare via la VITA dalla Terra. La vita è una forza così incredibile e così potente da aver colonizzato ogni nicchia possibile incluse le bocche vulcaniche delle profondità oceaniche. Esistono batteri cosiddetti “estremofili” che resistono a condizioni davvero impensabili. Sono stati trovati a crescere dentro reattori nucleari, a temperature mai viste, ce ne sono di resistenti agli acidi, alle pressioni, agli antibiotici, a ogni sorta di veleno… insomma anche mettendoci d’impegno non potremmo sbarazzarci di loro. Anche lasciando stare i batteri, esiste un modo per sterminare tutti i pesci del mondo? Tutti? Eh no, non esiste. Patirebbero molto anche loro i fall-out radioattivi di una guerra atomica ma non arriverebbero mai a scomparire.

Pasticceria Marziana

Bombardiamo tutto e sterminiamoci tutti. E poi? Nel giro di pochi milioni di anni le radiazioni saranno un ricordo lontano, la vita avrà di nuovo ripopolato gli oceani e la superficie di piante, funghi, batteri e animali. Con un pizzico di fortuna un’altra arrogante specie potrà riprendere il filone dell’evoluzione che porta alla crescita e lo sviluppo di un cervello, o altro organo simile, con funzioni cognitive superiori. E riecco altre scimmie (o chissà cosa) a usare strumenti ed evolversi fino a re-inventare il tiramisù.

La vita, noi umani, l’abbiamo anche portata a spasso attaccata ai nostri trabiccoli quando siamo andati sulla Luna o su Marte! C’è vita su Marte! Anche se ce l’abbiamo portata noi, quindi è un po’ barare. Da qualche parte là fuori potrebbero esserci piccole colonie, pronipoti dei batteri terrestri che abbiamo portato che si adatteranno col tempo alle condizioni locali. Con un po’ di pazienza anche Marte potrebbe avere il suo tiramisù, inserito in un suo proprio originale menù di dessert assortiti. Parlo di vita intelligente, che usa i savoiardi e non i Pavesini.

Certo i milioni di anni sembrano un tempo infinito da attendere ma sono abbastanza poco rispetto ai 13 miliardi e mezzo di anni d’età dell’universo. Insomma non solo i nostri arsenali non sono in grado di rimuovere la vita dalla terra ma neppure di garantire che in futuro non possa riformarsi vita intelligente dopo un’estinzione di massa. Il Grande Filtro non può essere rappresentato da una cosuccia come un’arma nucleare, in termini evolutivi è poco più di un gavettone.

Memento mori

Potrebbe esserci qualcos’altro là fuori di molto, MOLTO più potente. Il ‘false vacuum decay’ per esempio. È una teoria fisica, solo ipotizzata, che implicherebbe la possibilità di sovvertire le forze fondamentali dell’universo. Immaginate un fronte d’onda di annichilimento della materia che si propaga nello spazio alla velocità della luce trasformando tutto ciò che incontra in vuoto assoluto.

Se sperimentassimo abbastanza, magari … potremmo produrre questo effetto a cascata. Potremmo spazzare via il sistema solare nel giro di un’ora circa. Niente più tiramisù. Mai più. Senza ritorno. Pensate che c’è persino la possibilità che da qualche parte, a milioni d’anni luce, si sia già verificato questo fenomeno e che stia già divorando l’universo. E non c’è possibilità di fermarlo. Anzi, potrebbero essere anche centinaia i punti da cui è originato il fronte di distruzione, come tante metastasi del tumore più grande mai esistito.

In tutto ciò noi non potremmo neppure saperlo. Se quel punto fosse lontano, per esempio, un milione di anni luce ci vorranno un milione di anni prima che i nostri telescopi possano captare cosa sta succedendo. E quel preciso momento è anche l’attimo esatto in cui ci raggiungerebbe anche il fronte di distruzione, uccidendoci un nanosecondo prima che riusciamo ad accorgerci di cosa sta capitando.

Questo sì che è un filtro. Un Grande Filtro degno di questo nome. Io fossi in voi ci penserei due volte a comprare a vostro figlio il piccolo chimico. Passare dai modellini di vulcani col bicarbonato a distruggere per sbaglio la via lattea è un attimo.

NoSignal Magazine

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