E’ strano come due sensi così volatili come l’udito e l’olfatto riescano a dominare una persona, a piegarla al loro volere, ammesso che ne abbiano. Ma nonostante la loro immateriale consistenza, riescono a sovrastare un senso tanto tangibile quanto la loro inconsistenza fisica. Parlo del tatto. Il senso dimenticato.

Mi trovavo nella via colma di odori ed esalazioni, tutti adesi alle superfici, anche su di me. Ero diventato anche io una superficie sulla quale attecchivano i più particolareggiati miasmi della via. Tutto questo inebriò le mie narici e anche i relativi recettori che, come impazziti fecero perdere la stabilità al molle corpo. Caddi, lungo e disteso, con la faccia a contatto con l’asfalto. Era tutt’altro che profumato, ma non fu il profumo di questo a destare la mia curiosità, bensì la sua conformazione, la sua superficie. Ruvida, frastagliata. Percepivo il caldo sangue sgorgare da lievi tagli sulla guancia. Ma questo portò ad un mutamento della superficie, da fredda e ruvida divenne calda e più viscosa. Convenni che fosse il momento di alzarmi da quella scomoda posizione. Ma nell’atto di alzarmi posai le mani a terra, e successivamente su un cestino che usai per innalzarmi. Non avevo mai dato tanta considerazione ad un canestro, eppure anch’esso mi rapii. Era ghiacciato, ma questo non fermò le mie avide mani dall’esplorarlo. Venne percorso ogni centimetro della scorza esterna. Era scabro, differente dall’asfalto, il differente materiale che li costituiva li rendeva differenti, ma allo stesso tempo li rendeva simili una particolare percezione. Alzatomi imboccai la via di casa, e nel farlo mi aggrappai alla fiancata di un palazzo con la mano. Era incredibilmente liscia, allora, grazie alla tenue luce del lampione capii che si trattava di un marmo, non saprei dire se bianco o grigio, ma sicuramente rigato da splendide venature che in precedenza non avevano mai avuto una particolare rilevanza durante le mie passeggiate. Mi imbattei in una fioriera. Era tonda e ricolma di fiori e di foglie. Come colto da una smania senza freni mi avventai sulle povere piante, le mie mani sembravano consce di ciò che stavano facendo. Palparono ogni foglia, ogni stelo, ogni petalo. Il mio respiro era oramai fermo, come in attesa di poter ripartire dopo l’attenta ispezione delle mie palme. Dopo che l’ultimo polpastrello ebbe esaminato l’ esile fiore, sicuramente di spontanea natività, ripresi con il fiato. Le gambe si rianimarono e iniziarono a muoversi, ma con cautela, con estrema cautela. Appena posai gli occhi su un antico portone in legno, con solide borchiature in ferro i due arti inferiori aumentarono il passo in maniera vertiginosa e mi portarono a collidere con la porta. Il tonfo fu assordante. Ma mentre cercavo di riprendermi dall’urto, aprii gli occhi e mi accorsi che i miei polpastrelli erano già attaccati alla porta, ne stavano assaggiando la solidità, la durezza e anche le borchiature parevano essere state apprezzate, si vedevano tutte le impronte che le mie dita lasciarono sulla lucida e liscia superficie metallica. Ebbi paura, ebbi paura che fissato un nuovo materiale il mio corpo prendesse il sopravvento e dovesse accorrere subito a saggiarne le qualità. Invece percepii qualcosa di freddo sulla guancia ferita, erano i miei polpastrelli, che esploravano la faccia, allora mi spostai di fronte ad una vetrina. Le mani come impazzite dalla smania di conoscere percorrevano senza sosta la mia persona, dalle nere scarpe ai neri capelli, come colte da qualcosa che stonava con l’ambiente circostante, con un qualcosa che in quel luogo ed in quel momento non ci sarebbe dovuto essere. Come se fossi fuori luogo.

Marwan Chaibi
Prima autore, poi Direttore ed ora Presidente. Classe 2002. Sono Diplomato in Chimica e Biotecnologie e studente universitario. Scrivo per alcune riviste online, parlo, racconto, leggo. Collaboro con tantissime associazioni e enti, ma di questa in particolare sono il Presidente, e non posso far altro che essere orgoglioso nel rappresentarla e fortunato nel viverla tutti i giorni. Mi piace fare bene, del bene, per il bene degli altri!

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