Mafalda nasce a Buenos Aires nel 1964. Bambina in un’ Argentina piena di contraddizioni sociali e forti tensioni politiche, è testimone di tutte le storture, le ipocrisie, i dolori dell’essere adulti. Mafalda però non si limita ai confini geografici e diventa voce di tutti i bambini nel mondo, pronta ad urlare all’ingiustizia, capace di vedere, con logica e razionalità di pensiero, il brutto nel mondo e combattere per renderlo un posto migliore. Famosissime sono le vignette in cui Mafalda cura il Mondo: corica il mappamondo nel suo letto, gli rimbocca le coperte e veglia sul suo riposo, preoccupata per le sue sorti.

Il padre di Mafalda era Joaquìn Salvador Lavado, in arte Quino, un grandioso fumettista che è diventato famoso a livello internazionale proprio grazie alla creazione del fuemtto Mafalda, che affronta le problematiche del mondo adulto, ma con l’esperienza di una bambina e una sottile, ma letale critica socio-politica che ha reso queste strisce tra le più divertenti e intelligenti al mondo.

Mafalda parla di diritti per le donne, si indigna per la discriminazione di altre minoranze, urla all’ingiustizia sociale, pensa ai più poveri, a chi invece ha agi e non se ne rende conto, a chi causa guerre, si occupa di problemi legati ad inquinamento, libertà, democrazia. Mafalda si fa domande, chiede, interroga sé stessa e le persone che le stanno intorno, coinvolge tutto il suo gruppo di amici in questi discorsi e coglie costantemente di sorpresa i suoi genitori con le sue continue domande sul Mondo e sul perché funzioni così (male).

Quino in realtà non si è dedicato ininterrottamente a Mafalda, anzi, nel 1973 interrompe questo fumetto per dedicarsi alla creazione di disegni sempre critici e fortemente ironici, senza dialogo, ma capaci di comunicare molto bene il messaggio: lo stesso anno vi è il golpe militare in Cile e tre anni dopo accade lo stesso in Argentina e in molti altri stati latinoamericani. Se fossero stati reali molto probabilmente Mafalda e i suoi amici, Susanita, Manolito, Felipe e Miguelito sarebbero stati destinati a diventare desaparecidos, i ragazzi che le madri di Plaza de Mayo, a Buenos Aires, ancora oggi devono ritrovare. Infatti proprio in Plaza de Mayo si trova la statua della mamma di Mafalda, in versione più anziana rispetto al fumetto, con lo stesso casco di capelli della figlia, ma oramai bianco, come il fazzoletto che portano sulla testa lei e tutte le madri dei desaparecidos che ancora oggi stanno aspettando una spiegazione per il loro dolore, per i figli scomparsi nel nulla e mai più tornati.

Mafalda è un fumetto carico di significato, ancora oggi fortemente attuale. Quino ha avuto l’incredibile capacità di disegnare fumetti semplici ad una prima lettura, facili e immediati, ma che, invece, risultano essere strisce sagaci, intelligenti, molto ironiche e senza tempo. Quino è stato abile a saper leggere la società, le ipocrisie che comporta l’atteggiamento di molti adulti in contrapposizione ai bambini: innocenti e spietatamente sensati. Più che la componente politico-sociale, però, colpisce la grande umanità di Quino, capace appunto di trasmettere una infinita dolcezza, empatia, solidarietà al fine di ricordarci che spesso gli adulti dovrebbero fare un passo indietro e domandarsi loro perché il mondo sta male.

Quino è mancato il 30 settembre 2020, ma non verrà a meno Mafalda e tutto quello che questa piccola bimba ribelle porta con sé.

NoSignal Magazine

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