È da pochi giorni iniziato il secondo mese del 2021, un anno intriso di speranza e colmo di aspettative, un anno che verrà tramandato per la fibrillante campagna vaccinale, per il risveglio graduale dal torpore impostoci dal virus, e, in misura minore, per la ripresa delle grandi manifestazioni sportive.

Se il 2020 ci aveva concesso qualche sprazzo, qualche assaggio, l’anno corrente si appresta a servirci le portate principali, con le Olimpiadi di Tokyo come piatto forte del menù. La rassegna a Cinque Cerchi, sebbene privata di una componente fondamentale quale il pubblico, godrà di un’elevatissima attenzione mediatica, perché sarà la rappresentazione simbolica di una società che si è disincagliata dall’inaspettato iceberg che ne ha bruscamente stravolto ritmi e abitudini. Il Governo nipponico, ben consapevole dei vantaggi economici legati allo svolgimento dei Giochi, sta mettendo in moto tutto l’apparato burocratico, al fine di garantire le indispensabili condizioni di sicurezza, e soprattutto quello diplomatico, per rassicurare le autorità politiche e sanitarie riguardo alla fattibilità dell’evento, nonostante gli spostamenti e gli assembramenti che inevitabilmente verranno a crearsi costituiscano un importante dissuasore.

Se corse e gare di interesse nazionale o locale sono proseguite o ripartite senza eccessivi intoppi organizzativi, il primo vero evento globale dell’anno, ossia l’Australian Open di tennis, che è iniziato ufficialmente nella notte italiana, ha richiesto l’adozione di misure precauzionali e lo stanziamento di risorse considerevoli volte a proteggere gli atleti e la popolazione. I partecipanti al primo torneo Slam della stagione sono stati costretti a rispettare un periodo di quarantena prima di potersi muovere “in libertà” all’interno del Paese, il che ha reso inevitabilmente frammentaria e tutt’altro che ottimale la loro preparazione fisica e soprattutto mentale; per ovviare almeno al deficit atletico, nei giorni scorsi sono stati organizzati tornei inediti all’interno del Melbourne Park, fra i quali il Great Ocean Open, conquistato dal nostro Jannik Sinner.

Un altro evento di caratura internazionale avviatosi quest’oggi è il Campionato del Mondo di Sci alpino, nella suggestiva cornice di Cortina D’Ampezzo. Anche in questo caso il copione, ormai ricorrente, è stato rispettato, con le tribune ad accogliere gli atleti all’arrivo nel silenzio spettrale e con i tifosi relegati agli schermi casalinghi: una pseudonormalità a cui ci si è abituati e alla quale si deve sottostare per poter ammirare le gesta dei grandi sportivi.

A prescindere dall’assenza degli spettatori, in questo periodo nessuna manifestazione è immune dagli stravolgimenti dell’ultimo minuto, nessuna competizione può essere programmata con largo anticipo, nessun evento ha il privilegio di poter ignorare le ferree misure restrittive dalle quali dipende la nostra quotidianità. Tutto questo avrà inevitabilmente una ricaduta in termini di sponsorizzazioni, e quindi di introiti, anche per quegli sport all’apparenza più solidi, dal punto di vista del seguito e della visibilità, come il calcio, con squadre in crescente difficoltà a chiudere in positivo i bilanci, sessioni di mercato avare di grandi acquisti e stipendi distribuiti a singhiozzo.

Una fioca luce in fondo al tunnel si inizia a intravedere, ma la strada è quanto mai accidentata e le insidie sono dietro l’angolo.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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