L’Italia è sempre stata la terra dei dualismi. Fin dal Medioevo, quando la scena politica era dominata dai guelfi e dai ghibellini. Idee contrapposte che si sono sempre sfidate alla morte, quando l’ovvietà dei fatti avrebbe indotto a pensare che la scelta più saggia sarebbe stata una mediazione tra le due posizioni, che sarebbe stata in grado di sciogliere ogni conflitto e creare una società basata sui valori di entrambi gli schieramenti. Abbiamo continuato così persino con la nostra divisione rinascimentale, dove si poteva essere comuni oppure essere regni o contee. Persino Niccolò Machiavelli, nella sua opera “Il Principe”, compie un analisi dualistica di ogni posizione che può assumere il Principe perfetto, scegliendo sempre alla fine per una delle due. Dopo l’Unità, ci siamo sempre divisi tra Destra e Sinistra. Caduto il Fascismo, o si era Liberali o si era Comunisti. Poi, è tornato il dualismo Destra-Sinistra, quasi si parlasse di un dribbling in una partita di calcio.

Oggi, col problema della nuova grande ondata di immigrazione (che tuttavia si è calmata notevolmente negli ultimi due anni, lasciando comunque numerosi problemi di gestione di coloro che sono già arrivati) la popolazione italiana ed i suoi partiti politici si sono nuovamente divisi in due grandi fazioni. I Razzisti ed i Buonisti, ognuno ben saldo sulle proprie posizioni come i soldati sul Carso nella Prima Guerra Mondiale.

Mentre i partiti che si raggruppano sotto la grande ala del Razzismo ripudiano ogni possibilità di integrazione dei migranti, sostenendo che in Italia non ci sia spazio per loro in quanto già gli Italiani sono allo stretto, i Buonisti hanno aperto le loro braccia ed il loro cuore (anche se, raramente le loro case e le loro fabbriche) a tutti coloro che migrano nel nostro Paese in cerca di un futuro migliore. I primi, criticano ai Buonisti di essere ciechi davanti all’impossibilità di accogliere tutti, considerando anche l’integrazione che diviene difficile coi numeri grandi. I secondi criticano ai Razzisti il loro odio verso tutto cosa è diverso da loro, sostenendo che tutti coloro che vengono in Italia saranno il bene per il nostro Paese.

E da qui non si schiodano. Almeno, nella Prima Guerra Mondiale un colpo di mortaio riusciva a scardinare qualche linea nemica e saltuariamente si facevano delle mosse offensive, sebbene quasi sempre fallimentari. Adesso no, qui no. L’immobilismo più totale ha avvolto la nostra società ed è inutile sottolineare come ciò sia legato strettamente alla propaganda politica eterna che da tre anni a questa parte ci stiamo sorbendo.

In un Paese normale, ci si sarebbe seduti ad un tavolo a discutere, almeno ad elezioni fatte. Si sarebbe concordato sul dividere cosa è propaganda da cosa è realtà dei fatti, per giungere a delle conclusioni che potrebbero tranquillamente trovare l’appoggio della maggioranza degli Italiani senza neanche troppi strumenti artificiosi. Una sorta di linea di seguire. Accogliere tutti, sfamare tutti, dare la possibilità a tutti di integrarsi, assistere chi ci mette più tempo a farlo e tenere tutti quelli che riescono a trovarsi un lavoro, apportando davvero quel valore aggiunto di cui si ha bisogno. Al tempo stesso, espellendo tutti coloro che rifiutano di integrarsi o prendono la strada dell’illegalità, in un sistema che però mira, come già evidenziato, alla loro integrazione. Nessuno si sognerebbe mai di mandare via una persona che vive col sudore della fronte e cerca di integrarsi nella nostra società, fatti salvi casi particolari e decisamente limitati; come nessuno si sognerebbe di mantenere persone che dichiaratamente sono contrarie alla propria integrazione, preferendo ad essa l’illegalità.

Una sorta di sintesi, magari anche leggermente diversa dall’esempio appena fatto, tuttavia funzionale alla gestione di una simile situazione. Purtroppo però, evidentemente trattasi di una soluzione troppo intelligente che non può essere raggiunta dagli esponenti dei nostri partiti, fieri in trincea con l’elmetto sulla fronte, in attesa di uno svenimento del proprio nemico. General Salvini, sempre in cerca di qualche immigrato che compie reato per criticare l’intera ondata immigratoria e Caporal Martina che cerca ogni Italiano che insulti uno straniero, per sostenere che è crescente il problema del razzismo. Una scena macabra, tuttavia molto simile al reale. Perché sebbene la nostra popolazione sia composta anche da razzisti e da Buonisti, in larga parte è costituita da comuni mortali che vorrebbero il bene di tutti, privato e nazionale, senza dar peso al colore di colui che hanno vicino.

Purtroppo però, un limite anche noi lo abbiamo. Se Salvini cerca i Buonisti e Martina cerca i Razzisti, noi dovremmo trovare gli stupidi che mantengono in stallo questa situazione senza arrivare a dei compromessi (e per farlo, basterebbe per una volta aprire una pagina di un qualsiasi giornale). Altrimenti, noi con loro continueremo a dividerci tra Razzisti e Buonisti, a nostra volta divisi tra ci accetta di essere categorizzato in un blocco e chi no, magari per differenza di principi o di obiettivi. Ma contribuiremmo tutti noi in questa guerra di trincea, cui esiti la Storia avrebbe dovuto insegnarceli. Ma la Storia, si sa, è un argomento che recentemente stiamo politicamente cercando di cancellare.

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1 Comment

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