Cado, cado veloce e per la precisione alla velocità di 20 Km/h, non so dove sono, prima potevo vedere benissimo il cielo ed il candore delle nuvole più alte, ma ora sono stata sputata da una nuvola nera verso terra. La discesa è veloce, ma riesco a distinguere un monte, proprio sotto di me. L’impatto con il terreno è brusco e doloroso. Molte mie parti si separano da me per essere prese da altre sorelle e anche loro si schiantano e liberano parti che io velocemente assorbo. Piano piano ci uniamo divenendo un piccolo corso d’acqua, che piano piano prende corpo, prende altre gocce, e piano piano dal piccolo ruscello diveniamo un grande fiume in piena.

Le prime sono cattive e veloci, le prime gocce sono quelle sprezzanti della loro fragile e liquida vita, si buttano a capofitto sopra tutto e tutti, travolgono gli alberi e li sradicano perché semplicemente si trovavano sul nostro percorso, auto, case, umani anche loro erano bersagli delle prime più acide. Le prime gocce erano anche quelle che sollevavano la terra, sollevavano le pietre, per farci diventare un demone di fango, qualunque cosa era utile per sfogare la propria rabbia contro gli umani. Le più acide quando erano in poche andavano a rovinare i loro campi, e a causa loro intere piantagioni erano immangiabili, ma tutto ciò purtroppo non è mai abbastanza, perché questi continuano a estrarre, bruciare , utilizzare inquinanti, solo per i loro comodi, ma non pensano a noi e alla grande casa, di tutti.

Ecco che ci avviciniamo alle case, si sente un enorme tonfo e noi iniziamo ad ammassarci contro una parete… ma ad un certo punto il portone del garage cede e noi veniamo risucchiate al suo interno, portando tutta la motriglia, ammassandola, accrescendola all’interno del locale. Poi con una placida lentezza riprendemmo il fiume, riprendemmo velocità, ero abbastanza indietro per poter osservare i danni provocati, una rabbia tale, una denuncia così non sarebbe passata inosservata. C’era un uomo assieme a noi, era disperato, con le lacrime agli occhi, un grande tronco che avevamo preso in prestito dalla natura gli si avvicinò e vi si avvinghiò come gli animali, d’istinto e per disperazione.

Al nostro passaggio vennero generate migliaia di euro di danni, tra case distrutte e ormai pericolanti, macchine rubate dalla natura, ammaccate, distrutte. Quell’ uomo che si è trovato nel momento sbagliato nel posto sbagliato, magari era la persona più attenta del mondo all’ambiente ma la nostra è una denuncia che non fa distinzioni, la nostra causa deve arrivare più in alto possibile, così che i potenti ne prendano atto e inizino ad agire per salvaguardare il mondo e non il loro portafoglio.

Marwan Chaibi
Prima autore, poi Direttore ed ora Presidente. Classe 2002. Sono Diplomato in Chimica e Biotecnologie e studente universitario. Scrivo per alcune riviste online, parlo, racconto, leggo. Collaboro con tantissime associazioni e enti, ma di questa in particolare sono il Presidente, e non posso far altro che essere orgoglioso nel rappresentarla e fortunato nel viverla tutti i giorni. Mi piace fare bene, del bene, per il bene degli altri!

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