E’ notizia di pochi giorni fa l’avvenuto arresto di 11 fra gli esponenti di attività preposte all’integrazione e al supporto fisico di esseri umani. Stiamo infatti parlando di quattro onlus lombarde che hanno frainteso con dolo il significato di accoglienza e moralità carpendolo come fonte di business, anzi malaffare. Gli arresti sono stati causati da accuse ben delineate: sfruttamento della privilegiata ed intoccabile posizione di ONG al fine di favorire tramite speciali permessi detenuti per avere sconti di pena; più di 7 milioni di euro di finanziamenti europei sono stati illegittimamente spesi per fini chiaramente non tesi all’immigrazione ; infine tutta l’operazione degli ultimi 5 anni è stata una fonte di ricchezza per la mafia calabrese trapiantata in Lombardia, l’ndrangheta.

Negli stessi giorni vari esponenti della politica dell’accoglienza, vari signori della sinistra italiana salgono a bordo della Sea Watch 3 per sbandierare veemente i tipici principi neo-liberali, cosmopoliti, di integrazione, di salvataggio ma, oserei dire, di globalizzazione. Di quale momento storico trattano questi cosmopoliti? Qual è l’obiettivo del loro agire? Perché intellettuali della sinistra e i maestri dell’accoglienza si indignano tanto per una nave in perfette condizioni sanitarie riguardo ai migranti clandestini che porta, in sicurezza, e non sembra interessare a nessuno la natura effettiva, la gestione pratica del problema dell’integrazione? Qual è la volontà di questa linea ideologica se non quella di presentare grandi dottrine prive di attaccamento al suolo quando poi non è in grado neanche di portare alla luce gli effetti disastrosi della globalizzazione in Africa?

Dopo almeno 60 anni di falsa Democrazia in Africa, di governi oltranzisti, tenuti in piedi dalla violenza perfettamente legittimata dalle potenze occidentali, ora perché fonte di immani interessi, ora perché baluardi dell’ anticomunismo e poi miseramente crollate perché non più utili. Dove sono stati in questi decenni i governi occidentali che ora si fanno passivi baluardi dell’accoglienza? Dopo anni di sfruttamento seriale è ora la Cina che mette le mani sull’Africa e la gente ancora ne paga le conseguenze. A cosa serve legittimare i traghettatori della globalizzazione, del capitalismo, falsi eroi di una finta ideologia, pronti a disassare tutti I paesi d’origine e destabilizzare I paesi d’arrivo, dove ai migranti non si può garantire nessun futuro, e questo lo sanno molto bene, ma solo l’apparenza e l’ipocrisia delle inezie dell’ occidente, la cui fama è giunta da anni in Africa nella veste di: abiti griffati e telefonini. Tutto questo è quello che l’occidente della globalizzazione ha concesso all’Africa. L’accoglienza in Europa, non in Italia, è sempre stata e sarà meramente un capitalismo, il business del miglior offerente, se marca male puro malaffare sulla pelle della gente.

L’unica possibile crescita di questi paesi sfruttati, vessati, frustrati, appare in futuro solamente un investimento sul territorio e su quella gente percepita come “individui” che deve essere intesa come prodotto e fonte di ricchezza per la crescita di quei paesi e non come massa che in Europa potrà solo e sempre creare ricchezza per ideologie buoniste in apparenza, criminose e sfruttatrici, onlus del capitalismo occidentale, dietro le quinte.

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