Diverse proiezioni evento: “A Serbian Film” di Srdjan Spasojevic col regista in sala; “Impuratus” di Mike Yurinko e “Blackout” di Abel Ferrara; “Mostri” e“Sex Cowboys”alla presenza del regista Adriano Giotti insieme a Nataly Beck’s; “Numb” del regista iraniano Amir Toodehroosta, vincitore del Premio Sooner. La lettura aperta de “Il contr’uno remix – o della servitù volontaria”, versione remixata del celebre “Discorso della servitù volontaria” di Étienne de La Boétie proposta da Fabrizio Odetto. Infine quattro film di autori locali, piemontesi o residenti in Piemonte.

Manca meno di una settimana all’inizio della decima edizione del Torino Underground Cinefest, festival internazionale del cinema indipendente, ideato e diretto dal regista Mauro Russo Rouge, e organizzato dall’Associazione Culturale SystemOut e dall’Università Popolare ArtInMovimento. Difatti, dal 22 settembre all’1 ottobre 2023, sarà in scena presso il CineTeatro Baretti,  sito in via Giuseppe Baretti, 4, con ben 103  film proiettati, tra cui i 64 selezionati in concorso, nei dieci giorni di festival.

All’interno della ricca programmazione spiccano degli eventi speciali che stanno richiamando l’attenzione del pubblico, registrando in alcuni casi il tutto esaurito.

Tra questi si annovera la doppia proiezione del controverso cult “A Serbian Film” (“Srpski film”), alla presenza del regista Srdjan Spasojevic. Quella del 22 settembre, alle ore 21.00, è già sold out mentre ci sono ancora posti per quella programmata per sabato 23 settembre alle ore 22:30, entrambe col regista in sala. Datato 2010, questo primo film del regista serbo ha destato scalpore per la trattazione cruda della tematica sessuale, con forti immagini di stupri, atti di necrofilia e abusi pedofilici, che diventa metafora con cui si critica aspramente la società e in particolare la politica. Davanti a un tale attacco, il governo serbo aprì un’indagine ufficiale per reati contro la morale comune.

Accanto a tale discusso film, si distinguono la prima proiezione italiana di “Impuratus” di Mike Yurinko (domenica 24 settembre alle ore 22:10), ultima apparizione attoriale del compianto Tom Sizemore nei panni del detective della polizia Clayton Douglas, convocato in un ospedale remoto per assistere alla confessione di un misterioso veterano della Guerra Civile, ascoltata la quale si trova costretto ad accettare il soprannaturale; e la proiezione  di “Blackout” di Abel Ferrara (lunedì 25 settembre alle 20:50), a 26 anni dalla sua uscita, un film a tinte forti in cui droga, sesso, ossessioni e omicidi anticipano l’epilogo del protagonista che si avvierà verso la morte, sfidando di notte le acque dell’oceano.  

Durante il TUC saranno proiettati il cortometraggio “Mostri”, finalista ai Nastri D’argento 2017 (venerdì 29 settembre alle 19:00), e il Lungometraggio “Sex Cowboys” (sabato 30 settembre alle 21:00), già protagonista al Torino Underground nel 2019 e vincitore del RIFF di Roma, alla presenza di Adriano Giotti insieme con la sua protagonista del secondo e la co-curatrice del soggetto e della sceneggiatura del primo Nataly Beck’s. Il drammatico corto “Mostri” ha come protagonista il quarantenne Alex, da tempo disintossicato dalla droga. Suo padre teme però che possa ricadere, soprattutto a causa della morte del cane, unico essere a cui il figlio tiene davvero. La commedia drammatica Sex Cowboys”primo lungometraggio del regista low budget, è ambientata a Roma. Protagonisti sono Simone (Francesco Maccarinelli) e Marla (Nataly Beck’s), una spagnola venuta in Italia per il progetto Erasmus. Tra i due è subito amore, dalla passione travolgente. La loro condizione economica decisamente precaria li costringe a vendere i video dei loro rapporti sessuali in rete.

Venerdì 29 settembre, alle 20:40, il programma prevede la visione del film “Numb” del regista iraniano Amir Toodehroosta, vincitore del Premio Sooner che rappresenta una delle grandi novità della decima edizione del TUC in chiave distributiva. Oltre ad essere in concorso internazionale lungometraggi, il film iraniano si aggiudica il primo Sooner Award e sarà distribuito on demand in Germania, Regno Unito e nei Paesi scandinavi. Alla proiezione torinese sarà presente Andreas Wildfang, fondatore di SOONER.DE, piattaforma arthouse presente anche su Amazon Prime Video che,  annovera al suo interno, moltissimi film indipendenti provenienti dai migliori festival del mondo. Insieme al direttore artistico Mauro Russo Rouge, introdurrà il film e le sue prospettive di diffusione. 

Domenica 1 ottobre, intorno alle 17.30, prima della proiezione del documentario “Sogno matto” di Antonio D’Aquila, in anteprima mondiale, col regista in sala, film focalizzato sulla salute mentale, Fabrizio Odetto proporrà la lettura aperta de “Il contr’uno remix – o della servitù volontaria”, versione remixata del celebre “Discorso della servitù volontaria” di Étienne de La Boétie, uno dei più grandi testi mai scritti contro la tirannia e la servitù dei popoli, in difesa dei diritti naturali dell’uomo.

La decima edizione del Torino Underground Cinefest conta inoltre quattro film di autori locali, piemontesi o residenti in Piemonte.

Tra questi vi è il cortometraggio in concorso “Tra gli alberi” (“Among the trees”) di Daniele Lince (Novi Ligure (AL), 16/05/1984) ed Elena Beatrice (Torino, 17/12/1987), in anteprima mondiale, proiettato mercoledì 27 settembre alle ore 17.30 (Genere Drammatico, 11’, Italia, 2023 (vo)), cui seguirà il Q&A con i registi.

“Tra gli alberi” racconta la storia di due fratelli che non si vedono da tempo, ma che nascondono un segreto che li tormenta da anni.

Sempre con l’etichetta locale, viene definito il cortometraggio della sezione fuori concorso Italian Showcase “The Delay” di Mattia Napoli (cunese anche se ha base a Torino) , la cui visione sarà venerdì 29 settembre alle ore 17.30 (Genere Grottesco, 14’, Italia, 2022 (vo)). Dopo la proiezione sarà proposto il Q&A col regista.

In “The Delay” al centro un battito di mani: i palmi si incontrano, ma lo schiocco arriva qualche secondo dopo. Arturo è fuori sync, il ritardo cresce di giorno in giorno. Sull’orlo di una crisi di nervi, Arturo dovrà mettere in discussione il ritmo della sua vita.

Nella Sezione “Sperimentale”, in anteprima mondiale, fa breccia “Tutto ciò che è l’occhio” di die3times che sarà proiettato domenica 1 ottobre alle ore 15.30 (Genere Sperimentale, 6’, 2021, Italia (vo)). Il corto, il fashion film della prima ed omonima collezione di Artem, ha al centro una ragazza che controlla se stessa, cambia i colori del mondo reale e quelli di un film surrealista. Artem sorge dall’idea di Andrea Mangolini e la stretta collaborazione di Riccardo Giordano, due nomadi ventenni che ancora non avevano trovato il loro posto nel mondo ma che avevano l’esigenza di descriverlo. È un connubio di idee e di riflessioni che sfociano in un diramarsi di discipline artistiche che vanno dalla pittura alla moda, dal video alla performance. Nasce a Torino, produce a Torino ma come tutta l’arte non ha luogo.

È sottocultura, è lo sguardo ineluttabile del regista, è il sottosuolo di Dostoevskij, è il metronomo che scandisce il tempo del mondo, è carne umana, è uranio impoverito, è al tempo stesso Cristo, Popolo e Ponzio Pilato, è tutto ciò che è l’occhio.

Si desidera evidenziare che die3times è un nickname, una tag, una firma, un immaginario che Riccardo Giordano (Venaria Reale, 4 Giugno 1999) porta avanti dalla sua adolescenza con la fotografia digitale, con la scrittura su blog e, più recentemente, con sperimentazioni del linguaggio audiovisivo.  

Inoltre si ricorda ce il film è stato realizzato con (e grazie) alla collaborazione di Andrea Mangolini (Ciriè, 1 settembre 1999 – direzione artistica e creativa di Artem), Lucrezia Frola (Torino, 13 novembre 1996 – attrice protagonista), Marco Isaias Bertoglio (Biella, 21 ottobre 1996 – colonna sonora), Alberto Orifalco (Torino, 10 ottobre 1999 – direzione della fotografia), Lorenzo Antonicelli (Aosta, 6 gennaio 1999 – operatore di camera), Lorenzo ceresani (Ciriè, 12 febbraio 1997 – assistente di produzione), Lorenzo Marzano (Torino, 23 settembre 1999), Sara Tirotta (Torino, 17 settembre 1999) e Marco Moschetta (Bari, 27 settembre 1999).

Conclude i prodotti di autori locali, il precedentemente citato documentario in concorso “Sogno matto” di Antonio D’Aquila (Molisano del 1995, ma laureato nella facoltà di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione presso il Politecnico di Torino), in anteprima mondiale la cui visione è prevista per domenica 1 ottobre alle ore 17.45 (Genere Documentario, 56’, Italia, 2023 (vo)), a cui farà seguito il Q&A col regista.

Si tratta di un docufilm ambientato nel manicomio di Collegno nel 1969. Enrico Pascal è uno psichiatra che sfida il sistema e si prende cura di oltre 300 pazienti. Insieme alla moglie Germana e al suo team, porta avanti un movimento rivoluzionario volto a difendere i più vulnerabili e a ribaltare il concetto di assistenza. I diversi protagonisti del documentario, attraverso le loro difficoltà, evidenziano come le lotte del passato siano ugualmente importanti e le ragioni per lottare per esse spesso siano le stesse.

Si tratta di un film che mette in luce quanti muri devono ancora essere abbattuti nel campo della salute mentale.

Una decima edizione che celebra il cinema indipendente di tutto il mondo che, con la sua estetica ricercata e lontana dalle logiche del mainstream, desidera confermare estro e consapevolezza degli autori. Maggiore sensibilità nella cura della drammaturgia, nella composizione del quadro e nella scelta di ottiche e luci. Una programmazione globale ricca con eventi speciali di rilievo e con un gusto locale che certo non guasta, afferma il direttore artistico Mauro Russo Rouge.


NoSignal Magazine è media partner della 10^ edizione del Torino Underground Cinefest

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